Cominciano i licenziamenti anche in Veneto “e molte imprese italiane sono a rischio di chiusura per la legge sul Payback sanità voluta a suo tempo da Renzi e mai disapplicata”. La cosa preoccupa Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del gruppo misto che contesta quello che definisce come “un esproprio proletario da parte di uno Stato che, prima obbliga le imprese a fare le forniture di dispositivi sanitari per non mettere a pregiudizio la salute dei cittadini e poi impone alle stesse con effetto retroattivo di restituire parte del fatturato per coprire i buchi nella sanità. Questa assurda legge sta per essere attuata e vi sono imprese che devono restituire somme così rilevanti che sono costrette a cessare la loro attività, licenziando il personale”. A Valdegamberi sono arrivate in questi giorni “notizie dei primi licenziamenti anche in Veneto e il rischio del tracollo è dietro l’angolo. Riusciranno a sopravvivere solo le multinazionali poche e in cartello tra loro, che alla fine ringrazieranno lo Stato per aver concesso loro il 100% del mercato, eliminando ogni concorrenza nazionale”.
Il Presidente di Conflavoro Pmi Sanità, Gennaro Broya de Lucia, ha chiesto di esentare almeno le pmi fino a 10 milioni di fatturato per salvaguardare 200.000 posti di lavoro in Italia di 4.000 aziende.
“Invito, pertanto, la Giunta a considerare con attenzione il problema e a sollevarlo sui tavoli del governo nazionale: riguarda molte imprese venete, con il rischio di ricadute occupazionali, sociali oltre che sulla qualità dei servizi sanitari stessi. La difesa delle piccole-medie imprese nazionali è fondamentale, soprattutto in questo campo, per non finire ostaggio dei grandi monopoli mondiali. Le mascherine del Covid-19 poco hanno insegnato”, conclude Valdegamberi.