“È un unico grido d’allarme dell’intero manifatturiero veneto, quello levatosi nei giorni scorsi e partito dai due territori trainanti del comparto, il Vicentino e il Trevigiano: ne sono la voce da un lato il duro rallentamento industriale in atto evidenziato da Confindustria Vicenza, dall’altro le problematiche produttive, finanziarie e di governance di Benetton Group”. Ne è convinto Gianfranco Refosco, segretario della di Cisl del Veneto, che commenta: «Non si può fare l’errore e la leggerezza di trascurare questi segnali forti di criticità, già prima presenti e ben evidenti, ma rimasti inascoltati e senza attenzione dalla politica. Si tratta di fatto di chiare richieste di aiuto di due territori strategici e di un comparto vitale per l’economia veneta, uscito del tutto dal dibattito pubblico, che è da mesi concentrato su altro (elezioni europee in primis). Un comparto abbandonato a sé stesso, e con lui lo sono le imprese, i lavoratori e le lavoratrici, le famiglie”.
Il lavoro fatto negli anni scorsi tra amministrazione regionale e parti sociali con l’Unità di crisi regionale e la programmazione europea per cercare risposte e soluzioni alle crisi “non bastano più, perché lo scenario è in rapido e profondo cambiamento- continua Refosco- è il momento di riaprire una riflessione seria e condivisa, e di farlo al più presto”.
Per questo Cisl avanza la proposta di un momento di riflessione e dibattito tra sindacati, istituzioni, associazioni datoriali: “Per dirci quali sfide siano le più urgenti da affrontare e se si intenda farlo insieme facendo fronte unico, e per ridefinire globalmente le politiche industriali, garantire lavoro sicuro e di qualità alle persone, sostegno alle aziende e il rilancio dell’industria veneta”. Refosco sollecita una sorta di “Stati generali del manifatturiero veneto”