Il Veneto è la prima Regione in Italia per raccolta differenziata e ora punta a fare ancora meglio, con un aggiornamento del Piano rifiuti. Lo annuncia il presidente della Regione Veneto Luca Zaia dopo che la giunta regionale ha licenziato definitivamente l’aggiornamento del Piano. “Il recente rapporto prodotto dall’Osservatorio Regionale sui Rifiuti di Arpav evidenzia come stiamo andando nella direzione giusta in fatto di politiche di gestione dei rifiuti, sia per la raccolta differenziata dove il Veneto è al primo posto -sia per il rifiuto indifferenziato- e dove più di 400 Comuni sono riusciti a raggiungere l’obiettivo del Piano regionale che prevede lo smaltimento inferiore a 100 chili per abitante l’anno. Ma come al solito noi veneti non ci fermiamo qui perché siamo abituati a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ed ecco che il prossimo obiettivo sarà quello di ridurre il rifiuto indifferenziato a 80 chili per abitante l’anno”, anticipa Zaia.
L’aggiornamento del Piano “prosegue nel solco di quello fino ad oggi vigente, che tanti risultati ha già portato”, aggiunge l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin. “Ora, in prospettiva 2030, puntiamo a consolidare ulteriormente tali risultati, innanzitutto portando la raccolta differenziata all’84% e la riduzione del rifiuto urbano non differenziato pro capite entro gli 80 chilogrammi per abitante all’anno. Lo faremo senza la necessità di aprire nessuna nuova discarica, nemmeno in ampliamento, nessun ulteriore termovalorizzatore e nessun incremento di potenzialità degli stessi rispetto a quanto già autorizzato oggi. Di più, a completamento del percorso di durata, a fine di questo decennio, del nuovo piano aggiornato puntiamo ad arrivare al totale abbandono del ricorso alla discarica”, concude ricordando che il lungo iter di aggiornamento del piano ha incluso “il pieno coinvolgimento degli stakeholder”. Il provvedimento è stato infatti sottoposto alla procedura di verifica di assoggettabilità a Vas (Valutazione impatto ambientale), che si è conclusa con il parere dell’omonima commissione regionale, a cui è seguito un successivo nuovo passaggio in giunta, che ha quindi trasmesso l’atto alla commissione Ambiente del Consiglio che si è espressa favorevolmente indicando alcune raccomandazioni, che sono state poi recepite nell’atto finale approvato