Il Veneto prepara una circolare sul fine vita da inviare alle aziende sanitarie per stabilire “una procedura standard per tutti” e dare così “risposta immediata” ai cittadini che hanno i requisiti previsti dalla Corte costituzionale. A confermarlo è il governatore Luca Zaia, oggi in conferenza stampa a Palazzo Balbi. “Stiamo cercando di capire se, con la modalità delle circolari alle Ulss, possiamo stabilire un modus operandi perché i cittadini che hanno diritto in base alla sentenza della Corte abbiano risposte immediate- spiega Zaia- stiamo studiando una circolare per stabilire una procedura standard per tutti. Cercheremo di capire fino a che punto si possono codificare questi passaggi di natura tecnica e politica”. Peraltro, aggiunge il presidente, “se ci sarà anche l’impugnativa della legge della Toscana, capiremo anche da quello come muoverci”. Zaia ribadisce poi la sua posizione a favore di una legge nazionale che regolamenti il fine vita. “Non è una battaglia fondamentalista o estremista- afferma il presidente della Regione Veneto- ma è una battaglia di civiltà, per quel che mi riguarda. Io ho il massimo rispetto per chi non la pensa come me, a differenza di qualcun altro. E penso che siano da rispettare le posizioni di chi è a favore, di chi è contro e anche di chi ha perplessità. Ma credo tutte le parti in commedia abbiano comunque interesse a chiedere di fare una legge. Se è il cittadino che chiede di poter gestire il suo fine vita, deve poterlo fare e non avere qualcuno che ideologicamente lo decide per lui. Peraltro in un Paese che ha già approvato il testamento biologico”.
Le parole di Zaia suonano come una sfida. “Chi è contro dovrebbe battersi con coerenza per evitare il fine vita- afferma il governatore- ma ricordo che il fine vita esiste già. E chi è contro ne deve prendere atto. Invece mi sembra che si sia contro solo alla leggina della Regione di turno. Ma chi è dubbioso a maggior ragione dovrebbe chiedere la legge”, perché sulla volontà di accedere al fine vita “deve essere garantito un vaglio severo e puntuale- sostiene Zaia- e non possiamo farlo con una sentenza. Ci vuole una legge”. In Veneto, dal 2019 sono state presentate sette domande di fine vita ai comitati etici, di cui quattro bocciate. “C’è chi dice che basta investire sulle cure palliative- sottolinea Zaia- certo che bisogna fare di più, ma chi chiede il fine vita rifiuta le cure palliative. Non è una questione di gestione del dolore, ma di dignità. Se si vuole vendere questa suggestione, è anche poco rispettoso”.
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