Sul fine vita hanno votato contro o si si sono astenuti. Ma erano e restano con Luca Zaia grati perchè il presidente del Veneto è “stato il primo a chiedere la massima onestà intellettuale a noi tutti. Ora ci stringiamo ancora attorno a lui, smentendo categoricamente quanti, con evidente miopia e malcelata strumentalizzazione, vogliono leggere nella nostra posizione una spaccatura inesistente, una frammentazione politica che non ha nessuna logica, fornendo una interpretazione distorta dei fatti, tesa magari a screditare o, peggio, delegittimare, un uomo politico fuori dal comune come Luca Zaia, che ha pochi pari nella politica italiana ed europea”. Firmato: Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale Veneto, Nicola Finco, Marco Andreoli, Roberto Bet, Enrico Corsi, Marco Dolfin, Marzio Favero, Silvia Maino, Giuseppe Pan, Filippo Rigo, Silvia Rizzotto, Luciano Sandonà, Alessandra Sponda. Questi leghisti (alcuni eletti nella Lista Zaia) non hanno seguito Zaia sul fine vita, ma giurano: “Siamo con lui e con lui guideremo la nostra Regione ancora a lungo, ben oltre l’orizzonte del 2025”. Il gruppo di leghisti rivendica però il voto contrario ricordando che Martin Luther King diceva: “La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vanagloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta”. Chi era a favore, chi contro o astenuto. ha scelto “una posizione non sicura, né conveniente, né popolare, ma che risponde soltanto a quel giudice personale che si chiama coscienza. Siamo intervenuti in aula e votato in piena libertà, con spirito costruttivo”. Ora però la palla passa a Roma.
“Restiamo convinti che questo dibattito (sul fine vita, ndr) debba essere affrontato su scala nazionale, perché coinvolge l’intera società su valori etici, culturali e di grande valenza sociale”, dicono Ciambetti, Finco, Andreoli, Bet, Corsi, Dolfin, Favero, Maino, Pan, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Sponda. “Restiamo orgogliosi di avere come leader, oggi come domani, Luca Zaia, che ha dato molteplici prove della sua lungimiranza e della sua capacità di guidare una realtà complessa e articolata come il Veneto, una Regione che grazie a lui ora è protagonista vera in Italia e in Europa. Anche in questa occasione il nostro presidente ha dimostrato un coraggio politico che altri non possono di certo vantare”. Perchè, gli riconoscono, “si può definire straordinaria la sua denuncia sul fatto che un tema di valenza etica e morale, quale l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito, sia oggi regolato da una sentenza della Corte Costituzionale e non da una legge nazionale, come più volte sollecitato dalla stessa Consulta”. E perchè “è straordinario, nel panorama della politica italiana, l’aver lasciato piena libertà di voto senza chiedere ai consiglieri della sua maggioranza un sostegno compatto alle sue opinioni: solo un uomo libero come lui, senza preconcetti, con forte senso laico della propria missione di amministratore e con spirito di servizio alle istituzioni democratiche, ha avuto il coraggio di esprimere la propria posizione, senza condizionare il dibattito del Consiglio regionale”. E così, confermano in una nota congiunta, “non c’è stato nessun ordine di scuderia, nessuna indicazione di partito cosa che invece è avvenuta, ed è stata pure disattesa, in un altro gruppo”.
Le reazioni politiche sono un fiume in piena
“Il dato politico del voto di ieri è la spaccatura del gruppo della Lega, che conoscevamo da tempo, ma non si era mai manifestato in aula. Una chiave di volta dell’era zaiana. Adesso il timore fondato è che si regali il Veneto alla destra estrema. Ma su questo lavoreremo con le forze democratiche e moderate che rappresentano l’anima del Veneto operoso”. Così il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, il giorno dopo la bocciatura della proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita. “Mi spiace molto che la proposta non sia passata. Sarebbe stata una buona occasione per far evolvere la nostra sensibilità verso le aspettative di tutti”, aggiunge Lorenzoni. Dicendosi colpito della parità, 25 a 25, tra favorevoli e i contrari. “Non è stato facile per me giungere ad una decisione sul voto, per alcune imprecisioni normative, ben sottolineate in aula dal collega consigliere Bet. Tuttavia, la possibilità di scegliere sulla propria vita per me era importante e ho dato il mio sì. Questo perché – precisa Lorenzoni- è essenziale innescare un processo di attuazione della sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale. Ogni stimolo al Parlamento per agire in questa direzione è più che mai necessario”.
l voto di ieri in Consiglio regionale “non ha nessuna valenza politica, ma è solo la libera espressione, democratica, dei rappresentanti dei veneti. In Veneto, infatti, ognuno può esprimersi, diversamente da altri Paesi, come la Russia, dove il dissenso è un reato. Comunque, mi rammarica molto l’esito, nonostante sia orgogliosa che il mio movimento, la Lega, abbia dato libertà di coscienza: altri partiti ne hanno fatto una questione politica, ed è un peccato perché la gestione del fine vita non avrebbe mai dovuto essere trascinata nell’agone della politica”, afferma Francesca Scatto (Lega-Liga Veneta), presidente della commissione Cultura. “E invece, probabilmente, avremmo dovuto tutti investire più tempo nello studiare ed analizzare il merito del provvedimento, vista la sua delicatezza e la sua complessità”. E, aggiunge, resta il “dubbio che tra chi urlava fuori da palazzo Ferro-Fini, capeggiato a quanto sembrerebbe e da quanto abbiamo appreso dalla stampa, dal veronese ed ex deputato Vito Comencini, non tutti sapessero che l’eventuale approvazione di questa norma non avrebbe cambiato di nulla il quadro giuridico nazionale. Né avrebbe nemmeno imposto alcun obbligo in ordine al suicidio assistito: il paziente, comunque, già oggi in Italia è libero in propria coscienza di scegliere”. Si è tratta di una “scelta libera, quindi, che ha messo in luce, ancora una volta, la correttezza e la coerenza del nostro presidente Luca Zaia, favorevole dall’inizio alla fine e incurante anche dei sondaggi, nonostante questi evidenzino un sostegno netto della maggioranza dei Veneti su questo tema”, conclude Scatto.