Martedì prossimo potrebbe essere il giorno in cui il Consiglio regionale del Veneto, primo in Italia, voterà la proposta di legge sul fine vita. Il presidente Luca Zaia, che da tempo ha spiegato che una buona legge sarebbe meglio che affidarsi di volta in volta all’applicazione di una sentenza, sarà in aula. Fratelli d’Italia invece è meno aperturista e i consiglieri regionali (Daniele Polato, Enoch Soranzo, Joe Formaggio, Lucas Pavanetto e Tommaso Razzolini) terranno una conferenza stampa giovedì 18 gennaio alle 11 a Palazzo Ferro Fini a Venezia, a valle della votazione. Ma spiegano fin da ora: “Ritenendo il tema di grandissima rilevanza etica e sociale non vogliamo sia ricondotto ad una appartenenza di partito e abbiamo voluto quindi coinvolgere tutti i colleghi consiglieri e tutte le realtà associative, principalmente quelle che hanno partecipato alle audizioni in commissione Politiche socio sanitarie. Fratelli d’Italia ha tenuto da sempre- sottolineano i consiglieri- chiara la propria posizione di contrarietà all’approdo in aula di questa legge manifesto politico sul fine vita, non essendo di competenza regionale, oltre a ricordare che la vita è sacra. Durante il confronto vogliamo coinvolgere in modo trasversale e non partitico quanti credono sia doveroso avere la massima cautela, pudore e rispetto della dignità della vita dell’uomo nell’affrontare un tema così delicato”.
Gli eletti di Fdi in Veneto segnalano che “molte realtà, di diversa appartenenza culturale” ma anche “tanti soggetti politici e personalità del Veneto in questi giorni di attesa della convocazione del Consiglio regionale si chiedono come poter intervenire per rappresentare la voce di richiesta di maggiori cure, di migliore tutela per le persone rese fragili dalla malattia, come dare voce alle famiglie che vivono il dolore in grande e dignitoso silenzio, spesso nella solitudine nella cura quotidiana del proprio ammalato. È il tempo di darsi la mano tra coloro che non si arrendono alla società dello scarto e che desiderano dare voce a chi pensa che anche un’altra risposta sia possibile. Grazie in particolare alla Rete Ditelo Sui Tetti, questo mondo silenzioso ed operoso sta trovando una voce alta”. Anche il Popolo della famiglia si mobilita in vista del voto del Consiglio veneto sulla legge spinta dall’associazione Coscioni e firmata da 9.072 cittadini veneti “che obbligherebbe a fornire in 20 giorni il via libera a chi richiede il suicidio assistito”. Mario Adinolfi, presidente nazionale Pdf, attacca così: “Mi sembra incredibile che, a meno di cinque mesi da una tornata elettorale decisiva, la Lega in importante crisi di consensi rispetto alle europee di cinque anni fa, voglia terremotare con Luca Zaia anche i voti che ottiene in una regione cattolica come il Veneto. Zaia forse non ha letto il testo della proposta di legge di cui si è ideologicamente innamorato”. E a Zaia “chiedo di fermarsi subito sul suicidio assistito e aprire un ragionamento più complesso, altrimenti il 16 gennaio in Veneto aprirà una mattanza” solo per dar seguito a 9.000 firme che “rappresentano una percentuale ridicola dei milioni di veneti, ne raccogliemmo il doppio come Popolo della Famiglia per il reddito di maternità e nessuno ci ascoltò”.