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La felicità negli ambienti di lavoro si misura sulla scorta del benessere dei dipendenti. O almeno questo è l’obiettivo finale. Eleuterio Marinoni, a capo dell’Unione Cristiana imprenditori e dirigenti del Veneto, sostiene che “negli ultimi anni si parla molto di felicità in generale, ma soprattutto di felicità nell’ambito lavorativo. Per mantenere una rilevante produttività è fondamentale essere felici sul posto di lavoro. I parametri della felicità nella quotidianità lavorativa sono diversi per ogni singola persona, ma si possono sintetizzare in due ambiti principali: il primo sono i comportamenti che dipendono da se stessi e il secondo sono quelle buone pratiche che ogni azienda che ha collaboratori può impostare per rendere sereno il posto di lavoro, chiamate welfare aziendale. Vorrei concentrarmi sul primo ambito, che è composto da impegni personali dei quali ognuno si deve far carico perché hanno un impatto efficace sulla felicità quotidiana, sia dentro al lavoro, sia fuori dal lavoro. La prima premura è quella di imparare a respirare. Sì, sembra strano, ma generalmente dedichiamo poco tempo per educarci a respirare bene. Una respirazione adeguata ha un effetto corroborante. La seconda attenzione è una dieta sana ed equilibrata. Eliminiamo i cibi e le bevande che fanno male al nostro corpo per evitare di riempirci di tossine. Il terzo impegno è che dovremmo considerare il movimento fisico. Camminare, correre, muovere tutte le parti del corpo tonifica la nostra massa muscolare e ci rende forti, resistenti e flessibili. Infine, la cura dei rapporti con le persone, familiari, amici e colleghi. Non lasciamoci influenzare la giornata dalle persone con le quali condividiamo il nostro tempo, ma troviamo un modo per risolvere i conflitti ed evitare situazioni di fastidio reciproco. Il secondo ambito, welfare aziendale, è progettato dalla governance dell’azienda e prevede tutte quelle azioni, facilitazioni e assistenze necessarie a costruire un ambiente di lavoro nel quale ogni persona, nella sua specificità e come componente di una comunità aziendale, si trovi a suo agio. Il lavoro è felicità. Facciamo la nostra parte e saremo pienamente appagati”.
Gli fa eco Sergio Paolin, a capo della Arbos di Solagna (Vicenza), società benefit, la migliore cartoleria italiana ecosostenibile. Arbos nasce nel 1988, specializzandosi nella produzione di articoli in carta e materiali riciclati per l’ufficio, il regalo e il tempo libero.
Impegno per l’ambiente, passione per la carta, amore per l’Italia: questo è quello che Arbos intende per “la bella cartoleria italiana”. Paolin conferma inoltre che la sede dell’azienda si trova in mezzo al verde, “in un luogo dove si vedono ancora gli animali selvatici e dove abbiamo cercato di creare un ambiente sereno per i nostri dipendenti. Siamo un piccolo gruppo di persone, ma ben amalgamato, sereno. Si lavora con serenità e fiducia- dice- e da questo possono innescarsi momenti di felicità. Fare il nostro lavoro ci rende felici e soddisfatti, soprattutto quando capiamo che i nostri prodotti piacciono. I ricavi sono solo una conseguenza del fare il lavoro con cura ed amore”.
Mirco Dallai dell’omonima azienda di Reggiolo (Re) nota in tutto il mondo per i suoi accessori per l’irrigazione e la tecnologia per lo spostamento di acque industriali, è sicuro di un fatto: “E’ necessario creare in azienda un ambiente sereno, dove poter lavorare bene. Penso sia una priorità, altrimenti anche la produttività aziendale ne risente. Ci impegniamo molto perché questo avvenga, è un lavoro quotidiano. Ci teniamo che i nostri collaboratori si trovino bene al lavoro, le persone non si comprano, pertanto è bene integrarle e trattarle con cura”.
Dino Feragotto, ceo della slovena Led Luks che opera al confine fra l’Italia e la Slovenia nella realizzazione di sistemi a led industriali per l’illuminazione, ha all’interno del suo staff molti giovani: “La nostra azienda ha al suo interno molti giovani, spesso si fanno le riunioni in lingua inglese, questa internazionalità ci rende ancora più predisposti al benessere in azienda. Questo penso significhi felicità all’interno del luogo di lavoro. Consentire alle persone di dare il meglio di loro, in un contesto sereno e predisponente ad esprimere i propri talenti”.