“La crisi della sanità pubblica in Veneto richiede un’attenzione urgente da parte delle istituzioni. Con sempre più veneti che si trovano costretti a rinunciare alle cure, è fondamentale che vengano attuate politiche che garantiscano l’accesso universale a servizi sanitari di qualità. La salute non dovrebbe essere un privilegio, ma un diritto per tutti”.

Si è tenuto all’auditorium De Michelis di Mestre un convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Pensionati (Anp) Cia Veneto, incentrato sulle crescenti difficoltà del sistema sanitario pubblico. Durante l’evento, relatori esperti, tra cui il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, e la presidente di Anp Veneto, Giovanna Gazzetta, hanno evidenziato un allarmante fenomeno: il 10% dei veneti è costretto a rinunciare alle cure a causa dei costi elevati delle prestazioni private. Gazzetta ha descritto la difficile scelta che molti pensionati devono affrontare: “Molti sono costretti a decidere se curarsi, comprare da mangiare o pagare le bollette. Le spese mediche diventano un peso insostenibile”. Le statistiche sono preoccupanti, specialmente per i 292.649 pensionati veneti che vivono con un assegno mensile di soli 750 euro. Questi individui, secondo l’analisi, spendono in media 730 euro all’anno per visite specialistiche, una cifra che rappresenta una parte significativa del loro reddito.

Il convegno ha anche messo in evidenza il collasso delle liste d’attesa nel servizio pubblico, con prestazioni che spesso non sono prenotabili. Questo porta molti a rivolgersi al settore privato, aggravando ulteriormente le disuguaglianze nell’accesso alle cure. “Il sistema sanitario nazionale, a oltre quarant’anni dalla sua creazione, affronta il suo momento più critico e rischia di perdere il suo carattere pubblico e universalista,” hanno avvertito i portavoce di Cia.

In risposta a queste sfide, Anp Cia ha raccolto oltre 20.000 firme in Veneto per richiedere alla Regione un piano straordinario di investimenti nella sanità, quantificato nell’8% del Pil. La proposta mira a garantire che la Repubblica, come stabilito dall’articolo 32 della Costituzione, tuteli la salute come un diritto fondamentale.

Tra i relatori presenti al convegno c’erano anche figure di spicco come la docente dell’Università di Torino, Nerina Dirindin, e il senatore Antonio De Poli. Giovanni Leoni, vicepresidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, ha sottolineato la necessità di un intervento immediato per evitare che la situazione sanitaria degeneri ulteriormente.

La crisi della sanità pubblica in Veneto richiede un’attenzione urgente da parte delle istituzioni. Con sempre più veneti che si trovano costretti a rinunciare alle cure, è fondamentale che vengano attuate politiche che garantiscano l’accesso universale a servizi sanitari di qualità. La salute non dovrebbe essere un privilegio, ma un diritto per tutti.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia