No all’astensionismo perché il cambiamento viene dal popolo. L’appello a recarsi alle urne per esprimere la propria preferenza arriva dalle Acli vicentine che, consapevoli della difficoltà del momento e di una larga parte di cittadini che si dichiarano pronti a non votare, invitano a fare il proprio dovere, esercitando il loro diritto.
“Nessun cittadino si chiami fuori – ha detto Carlo Cavedon, presidente provinciale Acli – Il cambiamento viene dal popolo”.
4 sono i punti fondamentali sui quali viene richiamata l’attenzione: lavoro, welfare, ambiente e istituzioni e sui quali Acli esprime il suo punto di vista.
“Quella del 4 marzo è una data importante, per l’elezione del nuovo Parlamento, ma in particolare perché il popolo è chiamato ad esprimersi – continua Cavedon – E’ su questo che le Acli vicentine intendono evidenziare, al di là della scelta personale che ciascuno esprimerà nella cabina elettorale, un preciso orientamento: andiamo a votare, perché non farlo significa rinunciare ad esercitare uno dei diritti-doveri più importanti che i cittadini di questo stato posseggono, e non possiamo permettercelo. Anche nel nostro territorio viviamo i riflessi della situazione nazionale. Da un lato spiragli di una discreta ripresa sul piano economico, dall’altro l’aumento delle disuguaglianze e del livello di povertà, che attanaglia moltissime famiglie. L’incremento della disaffezione alla politica, che produce indifferenza, rabbia e propensione all’astensionismo non possiamo certo dire che manchi. E se ciò non bastasse, stiamo assistendo ad episodi di violenza contro esponenti politici che ci fanno rimbalzare a tempi cupi e che dovrebbero responsabilizzare i politici stessi, seppur in un contesto di campagna elettorale, ad un uso più consono e distensivo del linguaggio”.
Una situazione delicata, che interroga le Acli vicentine, che avanzano alcune indicazioni su quali siano le priorità che il prossimo governo dovrà considerare.
Lavoro. “Bisognerà creare nuova occupazione, un’occupazione ‘buona’, dignitosa e che valorizzi la persona, consci della sfida che l’evoluzione del mondo del lavoro pone e degli stretti vincoli di bilancio che rendono difficile poter ridurre la tassazione ad imprese e lavoratori”.
Welfare e cittadinanza. “La capacità delle istituzioni ad offrire un supporto ai cittadini in difficoltà è stata indebolita dalla crisi e dai vincoli di bilancio, causando un impoverimento delle famiglie e delle fasce più deboli della popolazione (anziani, minori e disabili). Se a questo aggiungiamo il constante invecchiamento della popolazione e l’aumento dei flussi migratori, comprendiamo quanto delicata sia la situazione”.
Ambiente. “I cambiamenti climatici si stanno manifestando con tutta la loro forza distruttiva, mettendo a rischio la vita delle persone ed il territorio complessivamente inteso. La lotta al degrado ambientale, con i cambiamenti climatici, sono tra le maggiori emergenze del tempo che viviamo, ma possono anche consentire lo sviluppo di nuove tecnologie e la creazione di posti di lavoro”.
Istituzioni. “Crediamo che si debba riconnettere il popolo con i palazzi”.
Le Acli vicentine sono chiare: “In una società che sta invecchiando ed ha elevati indici di disoccupazione giovanile urge porre la questione generazionale, per tutelare il futuro dei giovani, che ad oggi non hanno prospettive adeguate, e quello degli anziani, spesso investiti da crescenti insicurezze e sacrifici. Occorre affrontare la questione con un ragionamento ampio, che tenda a valorizzare l’esperienza e le capacità degli anziani e ad incentivare l’innovazione e l’energia propria dei giovani, con l’obiettivo di “disegnare” una nuova società più unita e consapevole”. Serve quindi più che mai unità e lavoro di squadra, per il bene comune. “Riteniamo necessario – conclude il presidente Cavedon – chiedere a tutte le forze politiche di essere realisti e di evitare la tentazione e l’illusione delle piccole patrie. Il 4 marzo sarà importante che ogni cittadino esprima il proprio diritto di voto: la tentazione di delegare una scelta, per quanto difficile, agli altri, è tanta, ma la democrazia si basa proprio sull’azione del popolo, sulla volontà e capacità di eleggere i propri rappresentanti. Nessuno può chiamarsi fuori: né cittadini, né partiti politici, che in campagna elettorale si affrontano in maniera dura ed aspra, pur sapendo che dovranno poi trovare un accordo per formare il nuovo governo”.