Gli ultimi due anni di pandemia sono stati “un’esperienza tragica per tutti i veneti, in particolare per chi l’ha vissuta in prima linea. Una tragedia che mai un amministratore vorrebbe vedere, sembra la sceneggiatura di un film di fantascienza”. Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera, in occasione dello scoccare dei due anni dal primo caso di Covid individuato in Veneto e in tutta Italia, il 21 febbraio 2020. “Questa tragedia segnerà le nostre personalità, le nostre anime, per sempre abbiamo scoperto solidarietà la compassione, lo spirito di comunità ma anche qualche rompipalle ogni tanto”, continua Zaia che in un lungo intervento ricorda le date storiche della pandemia, come l’inizio del lockdown del 9 marzo 2020 e la somministrazione della prima dose di vaccino il 27 dicembre 2021. Ora “siamo entrati nella fase tre, la convivenza piena… Penso che il virus si stia endemizzando, dobbiamo riconoscere l’efficacia delle vaccinazioni”, conclude Zaia prevedendo una “primavera di riaperture e ritorno alla normalità”, che sarà possibile se tutti si ricorderanno che il virus è ancora presente.

‘Abbiamo capito che il piano sanitario va cambiato’

“Questo Paese ha l’obbligo morale di cambiare il Piano di sanità pubblica”. Lo afferma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale, in occasione dei due anni dal primo caso di Covid registrato in Veneto e in Italia. “A livello nazionale dobbiamo prendere atto che il decreto ministeriale 70, quello che stabilisce i posti letto, va cambiato: dobbiamo lasciare più posti letto per abitante”, continua Zaia. “Bisogna investire nei professionisti, investire in assunzioni e stipendi per essere attrattivi, meritocratici e professionalizzanti”. La sanità del futuro non sarà quella “dell’ospedale generalista vicino a casa”, anticipa il presidente che immagina una forte presenza nei territori con i servizi di emergenza e urgenza, e poi “hub che si occuperanno delle singole patologie”. Insomma, “la sanità deve trarre insegnamenti da questa esperienza: dobbiamo prepararci a ritorni di infezioni, speriamo non a questi livelli, per essere molto più performanti”, conclude.

I numeri di 2 anni di pandemia

A due anni esatti da quello che viene considerato l’inizio della pandemia Covid in Italia, ovvero la registrazione del primo positivo in Veneto, la Regione Veneto diffonde alcuni dati che contribuiscono a comprendere la portata di quanto avvenuto. Il totale degli episodi di positività nell’arco dei due anni è di 1.301.419. Di questi, 1.214.230 soggetti sono guariti, 40.988 sono stati ricoverati e 13.714 sono deceduti. I tamponi complessivamente effettuati in Veneto sono 27.413.775, di cui 9.228.347 molecolari e 18.185.428 antigenici. Il 93,2% dei veneti, ovvero 5.523.464 persone hanno fatto almeno un tampone. Il numero più alto di soggetti contemporaneamente in isolamento è stato raggiunto il 21 gennaio 2022, con 294.389 persone isolate. Il numero maggiore di pazienti contemporaneamente ricoverati in ospedale, pari a 3.896, risale invece al 4 gennaio 2021. Il numero più alto di pazienti in terapia intensiva, pari a 401, è invece stato toccato il 1 gennaio 2021. Il 24 gennaio 2022 è stato effettuato il numero più elevato di tamponi in una sola giornata, ben 201.482, e il record di nuovi positivi registrati in 24 è stato raggiunto il 18 gennaio 2022, con 25.166 casi. Bisogna tornare al 29 dicembre 2020 per trovare il numero più alto di ingressi in terapia intensiva in un giorno (63), e solo pochi giorni dopo, il 4 gennaio 2021, è stato registrato il numero più alto di decessi in un giorno: 122. Il maggior numero di somministrazioni di vaccino contro il Covid, infine, è stato il 15 gennaio 2022, con 56.767 dosi iniettate.

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