L’attuale normativa che regolamenta l’uso dei fondi europei destinati all’agricoltura non favorisce lo sviluppo sostenibile della zootecnia di montagna ma la trasforma invece in “una sorta di paradiso fiscale per investitori senza scrupoli”. Lo sostiene il deputato veneziano Nicola Pellicani (Pd), in una interrogazione ai ministri delle Politiche agricole e dell’Interno, in cui cita la denuncia dell’Unione allevatori Val Rendena in merito ad “un inedito accentramento di un considerevole numero di malghe nelle mani di pochi, accompagnato dall’aumento spropositato dei canoni di affitto”. Secondo il dem, “sono sempre piĂ¹ numerosi i casi di speculazioni sui pascoli di alta montagna in tutto il Paese dove aziende agricole, spesso fittizie, appoggiando i titoli della Politica agricola comune (Pac) sugli alpeggi incassano i fondi comunitari, fino a 5.000 euro a ettaro, senza svolgere una qualsiasi attivitĂ di pascolamento con gli animali”. Del resto giĂ nel 2006, dopo la riforma della Pac e l’avvio del pagamento disaccoppiato, ci sono stati numerosi articoli di stampa che hanno denunciato truffe e illeciti sugli alpeggi, ricorda Pellicani.
Inoltre, la relazione della Corte dei conti sula gestione dell’Agea al 2018, pubblicata a fine gennaio 2021, registra uno scostamento di 31 milioni di euro tra quanto anticipato dagli organismi pagatori e quanto rimborsato dall’Ue, ed evidenzia che la differenza “deriva dalle rettifiche e correzioni finanziarie negative effettuate dalla Commissione europea, a seguito di riscontrate carenze e irregolaritĂ nei sistemi di gestione e controllo”, con il risultato che la cifra risulta a carico del bilancio dello Stato. CiĂ² nonostante, “a oggi, i controlli da parte delle autoritĂ preposte risultano ancora molto carenti e questo fa sì che spesso diversi illeciti rimangano impuniti”, conclude il democratico chiedendo che il Governo si attivi per prevenire il fenomeno, “anche in vista del recepimento da parte dell’Italia delle nuove procedure della Politica agricola comune previste per il 2023”.
Dire (foto generica di una malga)