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Coldiretti Vicenza: “Il 73% delle famiglie costretto alla cucina povera per sbarcare il lunario”

I vicentini scelgono la cucina povera. O, per meglio dire, sono costretti a rispolverare le buone vecchie abitudini per riuscire ad arrivare a fine mese. Tornano i piatti tradizionali della cucina “povera” sul 73% delle tavole, per mangiare bene salvando le tasche, con l’utilizzo delle ricette della nonna, che consentono di realizzare piatti non elaborati con ingredienti agevolmente reperibili e non particolarmente costosi. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Censis su “La guerra in tavola” diffusa in occasione dell’apertura del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio The European House – Ambrosetti a Villa Miani a Roma, dove è stata apparecchiata la prima tavola della cucina povera con piatti e ricette che hanno reso grande la cucina italiana e rappresentano l’architrave della sua candidatura a patrimonio dell’Unesco.

Protagonisti del Forum, tra i fornelli, i cuochi contadini di Coldiretti, che hanno preparato una serie di ricette povere della tradizione, dalla pappa al pomodoro ai canederli, dalla minestra di pane all’acquacotta fino alla tradizionale putana vicentina, ma anche i piatti del giorno dopo come la frittata di pasta o le polpette, che consentono di riciclare il cibo altrimenti destinato alla pattumiera.

“È un modo di cucinare – spiega Coldiretti Vicenza – che fa parte di una tradizione orale trasmessa di generazione in generazione all’interno delle famiglie e che ha beneficiato di una vera e propria rivitalizzazione, grazie al rinnovato interesse per la cucina degli ultimi anni, divenendo dei veri e propri scudi contro l’inflazione, per evitare ogni downgrading nella qualità del cibo messo in tavola. Molti sono i piatti che non devono passare attraverso preparazioni particolarmente elaborate, e che un tempo venivano realizzati con il ricorso a scarti e avanzi, come ad esempio pesci troppo piccoli per essere commercializzati nei mercati, o con ingredienti facilmente recuperabili, spesso addirittura gratuitamente, castagne o funghi”.

Il faro che guida le scelte a tavola resta la Dieta Mediterranea, con l’88,1% dei cittadini che dichiara di ispirare le proprie abitudini a tavola proprio al tradizionale regime alimentare, non a caso riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco, oltre a classificarsi come migliore dieta al mondo del 2023 sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori.

“Crediamo che difendere oggi la dieta mediterranea sia una battaglia da fare per il futuro dei nostri figli, una battaglia non solo per la loro salute e quella del pianeta, ma una battaglia di democrazia e giustizia sociale, che vale per l’identità e la sopravvivenza di tutti i singoli popoli” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “per noi si tratta anche di una battaglia per la biodiversità, per la sovranità alimentare”.