‘Difendiamo il suolo di Colceresa’. Per tutelare il territorio in cui vivono, e che potrebbe essere stravolto dal nuovo stabilimento che Faresin sembra abbia voglia di impiantare nella campagna di Villaraspa, i cittadini continuano manifestando il loro dissenso. Dopo la raccolta firme, ancora attiva, sabato 15 febbraio alle 11.30 in via dell’Industria 6 a Colceresa, organizzano un flash mob: “no alla cementificazione, sì alla tutela della nostra terra”.

Una loro battaglia contro i 25mila metri quadrati di stabilimento che già dall’estate scorsa circolava negli uffici comunali, approdando al Suap con una richiesta di trasformazione del terreno da campo agricolo a produttivo. Un’opera inconcepibile per questi cittadini, in contrasto col programma elettorale dell’anno scorso della lista ‘Siamo Colceresa-Costa Sindaco’. Tra gli impegni elettorali anche il monitoraggio della legge regionale del 2017 volta a ridurre il consumo del suolo non ancora urbanizzato, in coerenza di azzerarlo entro il 2025 come l’Europa chiede. Vero anche che tra le pieghe di quel programma spunta anche la voce ‘pianificazione territoriale sostenibile’, che dovrà rispettare i cinque concetti chiave: persone, prosperità, pace, partnership e pianeta. Quindi, se Faresin calasse sul territorio uno stabilimento ‘green’ potrebbe essere avvantaggiato nel suo progetto. Lo stesso sindaco Costa ha spiegato che verrebbe fatto tra due aree produttive già esistenti: agganciandosi direttamente alla Pedemontana, complanare compresa, senza interferire nell’attuale viabilità. 

Dalla parte dei cittadini anche il consigliere regionale Renzo Masolo di Europa Verde che già è arrivato a Colceresa nei giorni scorsi e che, il 15 febbraio, sarà presente al flash mob,. “Dopo il fallimento del progetto a Sarcedo, l’azienda Faresin ci riprova e punta su Colceresa, precisamente sulla campagna di Villaraspa, per costruire un mega capannone di 25mila metri quadri su 85mila metri quadri di terreno agricolo- dichiara Masolo-Un’operazione nascosta ai cittadini.Anche questa volta, la popolazione non è stata informata adeguatamente. Come mai un intervento di tale portata non è stato illustrato alla comunità? La trasformazione urbanistica di questa zona agricola, considerata di alto valore ambientale e paesaggistico, avrebbe un impatto devastante sul territorio e sulla viabilità. Non a caso i cittadini si sono mobilitati e in pochi giorni sono già state raccolte più di 200 firme contro il progetto. L’opposizione è chiara: la comunità non vuole. Abbiamo oltre 9mila capannoni abbandonati in tutta la regione: perché non recuperarli invece di cementificare ancora?Io sto dalla parte dei cittadini e cittadine. Non possiamo accettare questo modello di sviluppo che ignora la sostenibilità e la partecipazione democratica. Chiedo alle istituzioni locali di ascoltare i cittadini, bloccare questo progetto e fermare la cementificazione selvaggia”. 

P.V.

Faresin punta Colceresa per il suo nuovo stabilimento, dopo il ‘no’ a Sarcedo

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