L’autonomia “è un provvedimento sbagliato che non risolverà le problematiche che pesano su lavoratori e pensionati ma accentuerà le disuguaglianze, non solo tra nord e sud ma anche all’interno del nostro stesso territorio. Rispetto alle attuali materie su cui la ha delega, la Regione Veneto si dimostra carente, e spesso i risultati non sono all’altezza dei bisogni dei cittadini”. Tiziana Basso, segretaria della Cgil del Veneto, non lascia correre tempo tra il ‘sì’ di ieri in Senato all’autonomia e l’allarme sugli effetti dannosi che produrrà sul territorio. “Mi riferisco in primis alla sanità, la cui gestione in Veneto, al netto degli autoelogi che ci vengono periodicamente propinati, sta assumendo caratteristiche di grande difficoltà a partire dalle liste d’attesa, la carenza di personale sanitario, i turni massacranti non solo negli ospedali ma anche nelle case di riposo, la fuga del personale nel settore privato”. Ma Basso pensa anche all’ambiente, “con i livelli d’inquinamento dell’aria nei nostri territori spesso oltre il livello di guardia e il consumo spropositato del suolo. Altra materia attualmente di competenza regionale è la sicurezza sui luoghi di lavoro: che dire dei 64.749 infortuni denunciati tra gennaio a novembre 2023, con un aumento di quasi il 20% nella fascia d’età 15-19 anni?”. Insomma, “il virtuosismo del Veneto è un mito da sfatare, un mito costruito sui tagli a settori fondamentali come la sanità, welfare, la sicurezza che ricadono sulle fasce particolarmente deboli della popolazione: come potrebbe la Regione farsi carico di tutte e 23 le materie come da sempre il presidente Zaia chiede? Ed è un mito da sfatare anche l’idea che se il Veneto abbandonasse il Sud si andrebbe a stare meglio”.
Chi lavora in Veneto, annota Basso, non ha visto “un euro in più nelle buste paga, nonostante gli extraprofitti registrati negli ultimi anni da molte imprese del territorio. Con la contrattazione di secondo livello si sarebbe potuto ottenere in parte una redistribuzione di questi extraprofitti, ma la disponibilità delle parti datoriali è stata minima. Gli stipendi sono rimasti gli stessi mentre l’inflazione galoppa ed erode il potete d’acquisto dei salari, al Nord come al Sud. Ora che l’export si sta contraendo a causa delle gravi difficoltà della Germania, anche le imprese venete che sull’export si appoggiavano quasi totalmente andranno in difficoltà. Difficoltà che può essere risolta rilanciando la domanda interna nazionale”. La contrarietà della Cgil all’autonomia, “così come è stata concepita, non deriva affatto da una concezione centralista dello Stato. Al contrario, noi siamo favorevoli al federalismo, ad avvicinare le decisioni ai cittadini e contrastiamo il centralismo, non solo quello nazionale, ma anche quello regionale, mentre sosteniamo il ruolo degli enti locali, delle province, delle città metropolitane che a nostro avviso va assolutamente valorizzato”, conclude Basso.
Zaia: “Quella veneta è oggi la miglior sanità d’Italia” – AltoVicentinOnline