Ennesimo capitolo dello scontro a distanza tra Sardegna e Veneto sull’autonomia differenziata. Ad (ri)accendere le polveri è la presidente della Regione sarda, Alessandra Todde, che ieri, dopo il vertice di maggioranza in Consiglio regionale, è tornata sulla riforma Calderoli: “Il Veneto parla di autonomia, vuole le competenze, però ha ricevuto quasi 12 miliardi di euro per la Pedemontana- l’attacco della pentastellata- mentre noi siamo qua a discutere del Fondo di sviluppo e coesione, quasi tre miliardi che sembra una cifra importante, quando abbiamo ancora strade e ferrovie che devono essere fatte quasi completamente“. Per la Sardegna, prosegue Todde, “è arrivato il momento di rivendicare molte risorse, che non possono certamente arrivare da un bilancio dello Stato saccheggiato dalle regioni del nord“.

Per poi aggiungere: “Sono molto contenta che il 12 novembre verrà discussa dalla Consulta la nostra istanza di ricorso, insieme a quella delle altre regioni: è importante perché si è vista sicuramente l’urgenza di far valere in qualche modo le nostre ragioni”. Ricorso che, rimarca Todde, non è stato predisposto “per accodarci ad altre regioni del Sud: noi siamo una regione a Statuto speciale e le nostre motivazioni sono legate ad ottenere risorse che non ci possono essere tolte, in considerazione della nostra insularità, e in considerazione del fatto che noi per tanto tempo non abbiamo beneficiato di quello di cui hanno beneficiato le regioni del nord”.

A stretto giro arriva la replica alla governatrice dal presidente dell’intergruppo Lega-Liga veneta, Alberto Villanova: “Todde attacca la Pedemontana Veneta millantando un contributo dello Stato per la realizzazione dell’opera di 12 miliardi, ma questa è una fake clamorosa. I conti non tornano: il costo totale dell’opera, infatti, ammonta a 2,258 miliardi. Come può essere, quindi, che lo Stato versi al Veneto 12 miliardi per un’opera che costa un sesto?”. La presidente della Sardegna, “Regione autonoma a statuto speciale- prosegue- sulla quale sarebbe interessante fare un’analisi delle spese pubbliche, è ormai cintura nera nelle polemiche contro il Veneto“. Prima di “avventurarsi in affondi e attacchi, però, dovrebbe ripassare con cura le proprie manovre- prosegue Villanova-. I 12 miliardi di cui parla sono quelli legati al costo complessivo, comprensivo dei canoni di disponibilità dovuti al concessionario per i 39 anni di concessione. Cioè, il valore di gestione e manutenzione. Il contributo pubblico sulla Pedemontana, infatti, ammonta a 914 milioni di euro. Molto, ma molto meno, di quello che la Todde sostiene”. Le informazioni sui conti e i denari pubblici, la stoccata di Villanova, “sono cose serie, da amministratori capaci e preparati. È questo il motivo per cui il Veneto vuole la piena e rapida realizzazione dell’autonomia: per responsabilizzare gli amministratori pubblici“. La politica di oggi, chiude, “ha bisogno di rappresentanti seri non di elargitori di menzogne e fake news come quelle raccontate da mesi da Pd e M5s per sponsorizzare il referendum truffa che spaccherà veramente l’Italia”.

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