Luca Zaia firma la lettera indirizzata a Giorgia Meloni per chiedere formalmente l’avvio della trattativa col Governo sull’autonomia dopo il varo della legge Calderoli. “Verosimilmente si potrebbe abbozzare un accordo entro fine anno”, annuncia il governatore veneto illustrando la novità alla stampa a palazzo Balbi. “Per noi- esordisce Zaia- è una giornata storica, siamo nelle condizioni di annunciarvi la firma alla richiesta di riapertura della trattativa a livello nazionale”. Le prime nove materie previste dalla norma, quelle che non prevedono la definizione di Lep, cioè i livelli essenziali delle prestazioni, sono l’organizzazione della giustizia di pace, i rapporti internazionali e con l’Ue della Regione, il commercio con l’estero, le professioni, la protezione civile, la previdenza complementare e integrativa, il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale e gli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. “Tra 24 mesi potremmo firmare la seconda richiesta di aprire il tavolo sulle altre 14 materie”, fa sapere poi Zaia, aggiungendo che “abbiamo un dossier per ogni materia, tutte e 23. Poi- precisa- gli accordi si fanno in due”.

“Non stiamo parlando della Banda Bassotti che ha il sacco pronto per scappare con la refurtiva. Stiamo parlando di funzioni delegate per le quali abbiamo già provato mille altre esperienze come l’autocertificazione”. Zaia  torna a rispondere alla critiche sul fatto che la riforma dell’autonomia potrebbe acuire le diseguaglianze in un paese già a due velocità. “Prima di tutto io dico studiate che vi fa bene, chiudete il ‘Bignami ‘e leggete tutto un libro dall’inizio alla fine”, è il suggerimento di Zaia. “Se ci sono diseguaglianze in questo paese- aggiunge- la soluzione non è mantenere lo status quo, è questo modello centralista che ci ha dato le due velocità”.

Il governatore  invita i colleghi del sud a rompere gli indugi sull’autonomia differenziata, nel giorno in cui scrive alla premier Giorgia Meloni per chiedere l’avvio del confronto sulle prime materie da ‘trasferire’ a livello regionale. “Credo che questo paese abbia una grande opportunità e spero che una regione del sud si decida”. “Io trovo assurdo e quasi contro all’oggetto sociale della tua ‘impresa’, come governatore, rinunciare a competenze che potresti portare a casa”. Certo, riconosce poi il governatore leghista, “è legittimo voler vicino il tutoraggio dello Stato ma non puoi neanche fare in modo che chi vuole queste competenze non le debba avere”. Inoltre, avverte ancora Zaia, l’autonomia “o la fai per scelta o la dovrai fare per necessità, ma a quel punto sarà qualcuno che arriva con la mannaia e comincerà a far pulizia dei conti pubblici, perchè 3.000 miliardi di debito pubblico non possono farci dormire sonni tranquilli”

Moretti su Autonomia

“Il primo riflesso della legge sull’autonomia differenziata peserà con ogni probabilità sul Friuli Venezia Giulia, che rischia di svilire pesantemente la propria specialità. Sarà questo il prezzo da pagare per garantire al Veneto di raggiungere il suo obiettivo di autonomia, nello scambio a livello nazionale tra Lega e Fdi su autonomia e premierato? Da qualsiasi angolatura la si guardi, il Friuli Venezia Giulia rischia di uscirne sacrificato per giochi politici, senza che né Fedriga, né il Centrodestra regionale si scompongano”. Lo afferma in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti, commentando le parole della presidente della commissione paritetica Stato-Regione del Friuli Venezia Giulia e componente della Commissione nazionale per la definizione dei fabbisogni standard, Elena D’Orlando. “Che la legge sull’autonomia differenziata non sia a rischio zero per l’autonomia del Friuli Venezia Giulia- avverte Moretti- lo dimostra il fatto che questo concetto è stato inserito e condiviso (su nostra proposta) nel documento di indirizzo ai componenti regionali della paritetica che il Consiglio regionale ha votato a larga maggioranza solo poche settimane fa. Un rischio sta, per esempio, nel fatto che il Veneto, con le 23 materie richieste, diventerà più autonomo delle Regioni a statuto speciale, contro l’articolo 116 della Costituzione”.

n prima battuta, prosegue il dem, la preoccupazione dei legislatori del Friuli Venezia Giulia “dovrebbe essere di esercitare pienamente la specialità data, evitando, per esempio, pedissequi adeguamenti a normative statali o nomine calate dall’alto, decise in altri tavoli e non in quelli regionali, come quelle che hanno riguardato la concessionaria autostradale. Di questo, Fedriga dovrebbe preoccuparsi, non di sostenere acriticamente due riforme, una sull’autonomia differenziata e l’altra sul premierato: la prima scritta male e senza aver definito né i Lep, né le risorse a disposizione, il cui esito rischia di essere quello di aumentare le disuguaglianze nel Paese; l’altra che stravolge completamente il senso e il contenuto della Costituzione del 1948, andando ad alterare l’equilibrio tra i poteri dello Stato. Norme frutto di un evidente scambio politico tra Lega e Fratelli d’Italia”. Moretti infine si chiede che si moderati del centrodestra, Forza Italia in primis, non abbiamo in merito “niente da dire?”

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