Il traguardo è già raggiunto ma la corsa continua: la raccolta firme per il referendum contro l’autonomia differenziata, stando ai promotori, ha già superato le 500.000 sottoscrizioni online e “oltre il milione di firme cartacee”.
Dunque, basterebbero. Tuttavia i referendari non alzano il piede dall’acceleratore: per sabato e domenica prossima è stato indetto un firma-day con i banchetti per fare incetta di adesioni prima della consegna materiale che sarà il 26; per le firme online, invece, c’è tempo fino a fine mese. Più firme che si può, dunque: per mettere pressione sulla Corte costituzionale, per sfatare l’idea che la gente preferisca il clic sul divano allo scendere in strada alla ricerca del banchetto. All’opposto la Lega non sta a guardare: in Veneto il 21 e 22 è prevista una “gazebata regionale” con “presidi di autonomia” con comizi itineranti in occasioni dei mercati e dei maggiori punti di aggregazione.
“Insieme ai nostri rappresentati istituzionali, segretari, militanti, simpatizzanti, scendiamo in campo per difendere l’autonomia”, sprona il Carroccio, come dice Alberto Stefani, segretario regionale del partito in Veneto. La partita referendaria sta dunque per entrare nella sua fase 2: oltre ai ricorsi delle Regioni contrarie al ddl Calderoli, sta per assumere un ‘peso’ ben definito la spinta abrogativa dal basso. Da Bologna, dove sono previsti banchetti il prossimo weekend, Antonio Madera, portavoce del comitato dell’Emilia-Romagna contro ogni autonomia, invita allo sforzo finale. Lui per primo non ha ancora firmato per farlo all’ultimo.
“L’idea che ci possa essere un montante tale di firme del popolo, l’idea cioè che i cittadini si siano mossi in maniera forte, decisa e chiara non è elemento secondario”, secondo Madera, quando i giudici dovranno decidere sull’ammissibilità del quesito. Intanto proprio in Emilia-Romagna Fdi riunisce i governatori per parlare dei vantaggi dell’autonomia. Sabato prossimo, in concomitanza con il firma-day dei referendari, a Lido degli Estensi, alla festa di Fratelli d’Italia, i presidenti di Lombardia, Piemonte, Marche e Abruzzo discuteranno assieme al capogruppo alla Camera di Fdi Tommaso Foti dei pregi del ddl Calderoli. “Proprio perchè stiamo raggiungendo un risultato del genere”, nella raccolta firme, “questo ci obbliga a raggiungerlo giorno per giorno ancora più grande” nel numero di sottoscrizioni messe insieme il “giorno prima”, sprona Madera. “Qui- dice- non siamo nella situazione delle 500.000 firme” raggiunte “con i partiti che davano una pacca sulla spalla” e aiutavano a trovarle: “Qui tutti dicevano che era impossibile raccogliere le firme d’estate, che era impossibile raccoglierle in due mesi d’estate. Non solo è sfatata questa diceria, la abbiamo smontata, ma si stanno raccogliendo una quantità inusitata di firme: molte, ma molte di più di un milione tra cartacee e online”, evidenzia Madera. Al sud, dicono i referendari, la risposta è stata forte. Ma non sono poche, dice Madera, anche le 500 firme raccolte dall’Anpi a Pianoro, e le 5-600 ottenute da cinque componenti bolognesi del comitato contro ogni autonomia sotto le Due torri (al netto di quelle raccolte da partiti e sindacati). E allora chi più ne ha più ne metta: “A questo giro sono quasi più importanti le firme non necessarie, quelle quindi oltre le 500.000, che le 500.000 necessarie”, insiste Madera.
Autonomia, il “firma day” contro la legge Calderoli, ma in Veneto scatta “gazebata regionale”
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