“Non si tratta di creare delle regioni a statuto speciale, ma significa dare la possibilità di svolgere delle funzioni in maniera più articolata. Questo permetterà alle regioni di poter dare delle risposte ai cittadini più velocemente, adeguandole al contesto territoriale e portando il centro decisionale più vicino ai cittadini, con maggior controllo da parte degli stessi e, quindi, con un aumento della responsabilità da parte degli amministratori”. Così la senatrice Erika Stefani (Lega) nel corso della trasmissione di Cusano Italia Tv “L’imprenditore e gli altri” condotta da Stefano Bandecchi. Riferendosi alle possibili difficoltà nell’attuazione dell’autonomia differenziata a causa delle disparità tra regioni, Stefani ha continuato dicendo: “Non è detto sia difficile, dipende dalle funzioni che si richiedono e dall’ambito delle materie. Non si tratta di prendere la scuola statale e metterla regionale”, ha precisato. “Quando nella legge Calderoli si suddivide tra materie Lep, che riguardano gli ambiti di livelli essenziali, e quelle non Lep, è specificato che quando si parla di materia con livelli essenziali, la norma prevede che venga assicurato il livello essenziale praticamente su tutta l’Italia”.
Riguardo poi alle assunzioni degli insegnanti, Stefani ha ribadito: “Credo che sia esclusa la parte relativa al rapporto di lavoro dipendente. Sono dell’idea che il professore resti dipendente dello Stato”. E sull’ipotesi di programmi scolastici diversi: “Non so fino a che punto le regioni vogliano spingersi nel chiedere questi spazi. Tenete conto che la norma Calderoli mette dei chiari paletti in questo senso. Per ogni singola materia viene fatta una valutazione, potendo quindi anche limitare l’oggetto del negoziato, al fine di tutelare l’unità giuridica, economica, di diritto rispetto a politiche pubbliche prioritarie”. Lo Stato quindi rimarrebbe supervisore? “Sempre, su ogni singola materia verrà fatta una valutazione”, ha risposto la senatrice della Lega.
Infine in merito alla questione disparità nella sanità, la Senatrice Stefani ha dichiarato: “È un ragionamento sbagliato. Se in qualche regione si eroga un servizio non a livello della sanità, non è un problema del Veneto ma è un problema di gestione di quella regione. Dobbiamo guidare i cittadini a fare in modo che abbiano dei servizi all’altezza anche lì. La legge Calderoli crea veramente dei meccanismi di equità”, ha concluso Stefani.

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