La priorità rimane arrivare a una “rapida definizione” dei livelli essenziali di prestazione (Lep). Nel frattempo, però, alle Regioni che hanno chiesto l’autonomia differenziata si potrebbe “comunque dare avvio al trasferimento di funzioni per le quali non sussiste l’esigenza di garantire i Lep”. A indicarlo è la Commissione bicamerale per le questioni regionali, nelle conclusioni approvate al termine dell’indagine conoscitiva condotta dal 2019 a oggi sul processo di attuazione del cosiddetto regionalismo differenziato. “Risulta necessario dal punto di vista politico procedere all’approvazione di una legge-quadro che disciplini il procedimento di attuazione dell’articolo 116 della Costituzione- afferma la commissione- al tempo stesso, occorre comunque proseguire il negoziato in corso con Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto”, le prime Regioni ad aver chiesto l’autonomia.
Per la commissione, inoltre, “dovranno essere previste modalità adeguate di coinvolgimento del Parlamento nel processo di stipula delle intese”, che potrebbe essere garantito come prima cosa “attraverso la trasmissione alle Camere degli schemi preliminari delle intese, prima della loro firma definitiva”. Da quanto traspare dal documento conclusivo visionato dalla ‘Dire’, però, la questione che sta più a cuore alla commissione è appunto la “completa definizione dei livelli essenziali delle prestazioni nelle materie concernenti l’esercizio dei diritti civili e sociali”, per la quale “è necessario compiere uno sforzo”. La misura è peraltro inclusa anche nel Pnrr, ma “è auspicabile che il processo di definizione si concluda prima della scadenza prevista dal piano, cioè il marzo 2026”. In ogni caso, afferma la commissione, “fermo restando tutto ciò, potrebbe comunque darsi avvio al trasferimento di funzioni per le quali non sussiste l’esigenza di garantire Lep”.

Secondo la Bicamerale per gli affari regionali, “rimane da approfondire quali possano essere le soluzioni alternative transitorie per consentire l’avvio del regionalismo differenziato in caso di ritardi nella predisposizione dei Lep”. Si tratta di un “tema complesso”, su cui la commissione non esprime un indirizzo, ma che dovrà essere “necessariamente affrontato nell’ambito dell’esame parlamentare della legge-quadro”. Tra le ipotesi emerse durante l’indagine, c’è anche il “trasferimento di funzioni anche nelle materie Lep, in attesa e in parallelo all’individuazione dei livelli essenziali, con invarianza di spesa storica, assumendo come riferimento i valori medi pro-capite della spesa statale per l’esercizio delle stesse funzioni”. Ma la priorità “deve comunque essere assegnata ad una rapida definizione dei Lep”, detta la commissione.
Per la Bicamerale, la definizione dei Lep “dovrebbe avvenire in tempi certi, ad esempio entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge-quadro”. Un risultato che potrebbe essere raggiunto anche attraverso una legge delega al Governo, “con termini ridotti e criteri ben definiti”, da approvare “in parallelo” alla legge-quadro sull’autonomia. La delega al Governo, sostiene la commissione, “potrebbe consentire di coinvolgere il sistema delle autonomie territoriali nella fase di predisposizione degli schemi di decreto legislativo”. Inotre, potrebbe prevedere “il parere parlamentare da parte delle commissioni bicamerali per le questioni regionali e per il federalismo fiscale, oltre che da parte delle commissioni permanenti di Camera e Senato”. Si potrebbero anche prevedere “informative periodiche sullo stato di avanzamento della predisposizione dei Lep”. E una volta definiti questi ultimi, la delega “dovrebbe anche riguardare la predisposizione dei conseguenti fabbisogni e costi standard”.

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