“Vi invito ad esporre il Tricolore in tutte le nostre sedi sezionali e di Gruppo, a voler riaffermare e rappresentare la fermezza dei valori alpini, che appaiono integri dopo oltre un secolo di storia e che vedono le penne nere sempre determinate a contribuire al bene comune”. E’ l’appello di Sebastiano Favero, presidente dell’Associazione nazionale Alpini, in occasione del 228esimo anniversario della nascita della Bandiera Tricolore che cade oggi. A Reggio Emilia quel giorno del 1797 il Parlamento della Repubblica Cispadana sancì che divenisse “universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. Verde, bianco e rosso “assurti da allora a simbolo di Patria libera, divenendo poi per trasposizione anche segno identitario come Bandiera della Repubblica Italiana, come sancito dal Decreto presidenziale del 19 giugno 1946 (che ne fissò anche la nuova e attuale foggia).

L’Assemblea Costituente il 24 marzo 1947 la rese immortale inserendola all’articolo 12 della nostra Carta costituzionale”, ricorda Favero. Il Tricolore è “nella sua semplice quanto efficace essenza cromatica la rappresentazione della identità nazionale italiana ed è assurta a segno identitario della coesione del popolo. Sotto questa insegna decine di generazioni hanno servito l’Italia, sia in tempo di pace, sia purtroppo anche in quello di guerra, che tanto dolore e tanti sacrifici ha causato. Mentre la guerra infuria ancora incredibilmente nel cuore dell’Europa e nel vicino Medio Oriente anche nel XXI Secolo, mai come in questi anni si manifesta la necessità di coesione del Paese, per superare il senso di disorientamento che circonda soprattutto le generazioni più giovani e per tornare a guardare con fiducia ad un futuro che sia il migliore possibile”, sottolinea Favero.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia