La decisione dei consiglieri regionali veneti di pagare di tasca propria i tamponi prima di accedere a palazzo Ferro Fini scatena una querelle. Nessuno si è lamentato, il problema non è il costo del tampone, anzi. Oggetto del contendere è la paternità dell’idea. Facendo un passo indietro, il tampone è stato obbligatorio per accedere al Consiglio regionale fino allo scorso 15 ottobre, quando l’obbligo di Green pass per lavorare ha fatto impennare la richiesta di tamponi da parte dei cittadini. Fino a quel momento tutti i consiglieri potevano effettuare gratuitamente il tampone nel punto di primo soccorso di Piazzale Roma, prima di recarsi al Ferro Fini. Dal 15 ottobre per entrare al Ferro Fini basta invece il Green pass, ed è stato deciso che i consiglieri non potessero più effettuare gratuitamente il tampone di controllo, per evitare che eventuali non vaccinati fossero avvantaggiati rispetto ai normali cittadini nella medesima situazione. Quasi contemporaneamente è stata abbandonata la modalità mista per le sedute, che prevedeva che parte dei consiglieri partecipassero da remoto, a favore della modalità in presenza per tutti. Dopo una prima seduta con accesso regolato dal semplice Green pass, il presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti ha deciso che voleva stare più tranquillo e ha quindi disposto l’effettuazione dei tamponi a tutti i consiglieri pagando di tasca propria. La sua idea era di pagare intanto per le successive due sedute, per poi vedere come si sarebbe evoluta la situazione. Dopo la prima volta, però, i consiglieri hanno valutato che fosse più elegante, e corretto, che ognuno pagasse per sé.

“La decisione, un atto dovuto, era stata presa già lunedì”, afferma ora il presidente dell’intergruppo Zaia presidente e Liga veneta per Salvini Premier, Alberto Villanova, che ricostruisce la vicenda per evitare che il merito dell’iniziativa possa essere attribuito a Elena Ostanel (Veneto che vogliamo), che ha presentato una apposita proposta ‘tamponi’. “Smettiamola con questi tristi protagonismi, le cose sono andate così: già lunedì mattina avevo inviato un messaggio a tutti i nostri consiglieri perché eseguissero i tamponi in autonomia, così da non gravare su Ciambetti né sull’amministrazione regionale. Un atto dovuto, nessuno ha avuto a che dire sulla spesa da sostenere, sarebbe ridicolo”, conclude lo Zaiano.

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