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6000 infarti annui in Veneto: ” Fondamentale colpire il colesterolo cattivo”

In Veneto nel 2022 si sono registrati oltre 6000 infarti e 1 paziente su 5 rischia un secondo episodio entro un anno. Il colesterolo  rappresenta un fattore modificabile fondamentale per prevenire nuovi eventi, ma più dell’80% dei pazienti non raggiunge i livelli raccomandati3.

 ‘Colpisci presto, colpisci forte”: lo studio italiano AT TARGET-IT, che ha visto la partecipazione del centro di Cardiologia di Arzignano, dimostra l’efficacia degli inibitori di PCSK9 nel ridurre rapidamente il colesterolo LDL post-infarto. A livello nazionale, il 68% dei pazienti ha raggiunto i 55 mg/dL al primo controllo con una riduzione del colesterolo LDL del 70%4, risultati confermati a livello locale.

 Le evidenze dalla pratica clinica italiana dimostrano che più basso è il livello di colesterolo LDL raggiunto, minore è il rischio di nuovi eventi cardiovascolari: i pazienti che hanno raggiunto l’obiettivo di LDL 55 mg/dL hanno visto una significativa diminuzione del rischio rispetto a chi ha livelli superiori.

 

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia con 217mila decessi all’anno, di cui 15.000 in Veneto. Con 1 paziente su 5 a rischio di un secondo evento cardiovascolare entro il primo anno dopo un infarto.

La buona notizia emerge dalle evidenze dello studio italiano AT TARGET-IT coordinato dal prof. Pasquale Perrone Filardi, Direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Università “Federico II” di Napoli, Presidente SIC (Società Italiana di Cardiologia) a cui ha partecipato il centro di Cardiologia di Arzignano diretta dal Dr.. Claudio Bilato.

 I dati dello studio che ha coinvolto 771 pazienti post-infarto trattati in 22 centri italiani, sono stati recentemente pubblicati sull’European Journal of Preventive Cardiology e dimostrano l’efficacia dell’approccio “colpisci presto, colpisci forte”: intervenire subito dopo l’infarto, in modo intensivo con anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9, abbassa i livelli di colesterolo LDL fino al 70%. Il 68% dei pazienti ha raggiunto l’obiettivo raccomandato di C-LDL (55 mg/dL) già al primo controllo4 offrendo così una protezione efficace e sicura nella delicata fase post-infarto.

“I pazienti che hanno avuto un infarto sono considerati ad altissimo rischio. Le linee guida europee raccomandano di raggiungere livelli di LDL inferiori a 55 mg/dL, e addirittura sotto i 40 mg/dL per chi ha avuto multipli eventi cardiovascolari.” Afferma il Prof. Pasquale Perrone Filardi, Direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare dell’Università “Federico II” di Napoli e Presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC). “Tutti i pazienti dopo l’infarto dovrebbero fare un controllo dopo 4 settimane di terapia anti-lipidica per verificare l’efficacia del trattamento e se i livelli di LDL non sono ancora ottimali, è necessario modificare e ottimizzare la terapia”

Il registro AT TARGET- IT dimostra per la prima volta nella pratica clinica una chiara correlazione: più basso è il livello di C-LDL, minore è il rischio di nuovi eventi cardiovascolari, con benefici evidenti già dopo 11 mesi. I pazienti che hanno raggiunto l’obiettivo di LDL 55 mg/dL hanno visto una significativa diminuzione del rischio rispetto a quelli che non l’hanno raggiunto e che hanno livelli superiori. Il beneficio è ancora maggiore per chi ha livelli di colesterolo LDL sotto i 43 mg/dL e massimo per chi scende sotto i 23 mg/dL4.

 I dati dello studio a livello nazionale segnano dei traguardi importanti e trovano conferma dalla rilevazione a livello locale. Una maggiore e più efficace protezione per i pazienti che hanno avuto un infarto, che nel Veneto solo nel 2022 sono stati 6.000.

 “L’esperienza del nostro centro, che attualmente segue 400 pazienti in terapia con gli anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9, è molto positiva. Abbiamo registrato una significativa riduzione dei livelli di colesterolo LDL, risultati impensabili solo fino a qualche anno fa. –  Afferma il Dr. Claudio Bilato, Direttore della Cardiologia degli Ospedali dell’ovest Vicentino – “Inoltre, dallo studio AT-TARGET IT, abbiamo rilevato una diminuzione della mortalità totale, soprattutto nei pazienti che hanno risposto particolarmente bene alla terapia, portando il livello di C-LDL al di sotto dei 43 mg/dL. Questo dato conferma che abbassare il colesterolo LDL in modo intensivo subito dopo un infarto è sicuro ed efficace con significativi benefici nel ridurre il rischio di recidive.”

 L’efficacia dell’approccio “colpisci presto e colpisci forte” dipende in modo significativo anche dall’aderenza alla terapia. Secondo la letteratura scientifica, solo circa 5 pazienti su 10 (45,9%) a rischio molto alto e 3 su 10 (30,2%) a rischio medio seguono regolarmente una terapia ipolipemizzante tradizionale6.

“L’aderenza alla terapia è un altro dato molto significativo e rilevato nello studio AT-TARGET IT. Oltre il 90% ha seguito la terapia con gli anticorpi monoclonali inibitori PCSK9.” Conclude il Dr. Bilato. “Possiamo attribuire questo risultato alla semplicità di somministrazione, ma anche alla motivazione dei pazienti. Avendo già avuto un infarto, sentono più forte la necessità di seguire attentamente le indicazioni terapeutiche degli specialisti.”

Oltre a mantenere una costante aderenza ai trattamenti, i pazienti possono giocare un ruolo attivo nella loro prevenzione secondaria. Per i pazienti post infarto, è fondamentale che, se i livelli di colesterolo LDL non raggiungono gli obiettivi raccomandati, si consultino con il proprio specialista. Questo permette di ottimizzare la strategia terapeutica e garantire la massima protezione contro futuri eventi cardiovascolari.