L’1 maggio la Filcams-Cgil e gli studenti medi del Veneto saranno nelle piazze per distribuire fiori a chi lavora in “segno di solidarietà e vicinanza a chi non ha la possibilità di restare a casa durante questa festività. Sono ancora troppi infatti gli esercizi commerciali che decidono di restare aperti nei giorni festivi, 1 maggio incluso. Una situazione già grave nel corso dell’anno, intollerabile nella giornata simbolo del movimento dei lavoratori”, dicono Filcams e Rete degli studenti. Quello al riposo è “un diritto irrinunciabile di tutti i lavoratori e le lavoratrici. Eppure, come ogni anno, l’1 maggio sembriamo dimenticarcene. Siamo arrivati al punto in cui diamo per scontate le aperture festive dei negozi, mancando di considerare gli innumerevoli sacrifici delle persone che per garantire il servizio sacrificano tempo libero e vita familiare”. Dunque, è “essenziale mettere in campo anche quest’anno l’iniziativa simbolica ‘Pane e Rose’ per sensibilizzare la cittadinanza sugli effetti positivi che il giorno di riposo settimanale può dare. Riteniamo indispensabile un cambio normativa che regolamenti il settore del commercio e non deleghi alle sole imprese la decisione di aprire o meno in maniera del tutto arbitraria”, afferma Cecilia de’ Pantz, segretaria della Filcams del Veneto. “Consegnare rose a chi lavora l’1 maggio ormai è una tradizione, ma quest’anno assume un significato più importante”, aggiunge Viola Carollo, coordinatrice della Rete degli studenti medi del Veneto. “Ricordare le vittorie ottenute in materia di lavoro significa anche rendersi conto di quanta strada abbiamo ancora da fare. Gli studenti non si affacciano a un mondo del lavoro stabile, dignitoso e sicuro, e spesso per questo cercano stabilità altrove. L’1 maggio ci ricorda che le lotte portano un cambiamento e di fronte ne abbiamo ancora molte”, dice Carollo.
Nelle piazze delle province del Veneto, giovedì prossimo, risuonerà anche lo slogan “Uniti per un lavoro sicuro”, a ribadire che si deve lavorare senza rischiare un infortunio o, peggio, la vita. “E poi un lavoro sicuro è anche un lavoro stabile, non precario, retribuito dignitosamente e che permetta di pensare al futuro con serenità”, afferma Roberto Toigo, segretario della Uil del Veneto che sarà a Vicenza. L’1 maggio, aggiunge, “ricordiamo una conquista importantissima: dopo lotte e una ferma resilienza, i lavoratori sono riusciti ad ottenere diritti e dignità. Primo tra tutti la riduzione dell’orario del lavoro ad otto ore giornaliere”. E ora “lotta e impegno devono essere al massimo per contratti migliori, per stipendi più adeguati, per pensioni più dignitose, per la sicurezza”, indica Toigo. La sicurezza sul lavoro preoccupa anche il Pd. “I numeri sono drammatici per il Veneto: nei primi due mesi del 2025, già 15 vittime di incidenti mortali e oltre 10.793 denunce di infortuni. Numeri impressionanti che raccontano di un aumento, rispetto al primo biennio 2024, del 275%, di diritti violati, di ingiustizie e della necessità di fare molto di più. Questo 1 maggio diventi l’occasione per assumere un impegno istituzionale: a partire dall’approvazione della nostra proposta di legge regionale che da mesi attende di essere discussa”, dice la capogruppo Pd in Regione, Vanessa Camani. “Chiediamo che il Veneto si doti di una normativa in materia per salvare vite umane, preservare la salute dei lavoratori e promuovere una cultura della prevenzione”. Camani pensa anche alla lotta al lavoro povero che “non è più un fenomeno limitato ad alcune categorie e alcuni territori. È ormai una caratteristica diffusa del mercato del lavoro. I salari reali non reggono il peso dell’inflazione e la forbice delle diseguaglianze si allarga”.