Si chiamava Dora ed era una splendida femmina Breton da caccia di nemmeno due anni, “li avrebbe compiti il prossimo 7 aprile” aggiunge il proprietario Roberto Lorenzi,  che sabato scorso è stata dilaniata e divorata da due lupi in località Prola, a Velo d’Astico, “sotto ai miei occhi e quelli di mio figlio di 14 anni: siamo ancora sconvolti”. E non solo loro, tutti in casa faticano a pensare che Dora non c’è più: “non era ‘solo’ un cane per noi, era parte della famiglia e dormiva assieme a mio figlio”.

Dora è l’ennesima vittima della predazione dei lupi. Quello che resta di lei è ben poco: non le hanno toccato solamente la testa. Il resto è stato sbranato dai due esemplari che l’hanno assalita. Sotto agli occhi di Roberto e del figlio che, sabato mattina 7 dicembre, l’ha accompagnato nell’uscita di caccia nella vallette che conoscono a menadito. “Ad un certo punto il Gps di Dora ha segnalato che non era più in movimento. Ho pensato che stesse puntando una beccaccia, quindi sono andato da lei”continua Roberto ripercorrendo quegli attimi. Sono pochi metri, il segnalatore non sbaglia e conduce Roberto e il figlio a 30 metri dopo le case di Prola. Papà e figlio arrivano in cima alla valletta e quello che vedono è una scena di puro orrore: “Ci abbiamo messo due minuti per arrivare lì”. 60 secondi. “Dora, il suo corpo era distrutto. Attorno a lei due lupi: uno dal pelo nero ed era gigante, l’altro un po’ più piccolo. Quando ci notano scappano”. Fuggono. Tra i denti stringono pezzi di Dora, “la parte posteriore” aggiunge ancora Roberto. Quello che resta di lei è solamente il muso. Null’altro. “Ho preso mio figlio e l’ho portato subito a casa. Ancora fatica a parlare dopo quello che ha vissuto. Allo stesso tempo ho avvertito altri cacciatori che sapevo che si trovavano fuori coi loro cani: come avevano attaccato la mia Dora questi lupi potevano attaccare anche i loro. Perché in zona qua, tutti lo sanno e molti hanno visto coi loro occhi, sono almeno 6 o 8 gli esemplari che girano”.

Lupi che due giorni dopo, lunedì 9 dicembre, sono stati avvistati vicino al cimitero di Velo d’Astico. “Ma sono stati visti spesso nel nostro territorio. C’è chi parla di due branchi ma è difficile dirlo perché si spostano velocemente- aggiunge Roberto-Ma su quanti sono ormai siamo certi: 6 o 8 lupi che ormai ci condizionano la vita e non capisco perché non vengano presi provvedimenti per contenerli e ridare a noi la libertà di uscire dalle nostre case assieme con i cani”.

Tra i vari avvistamenti anche quello vicino al chiosco di San Giorgio, come racconta Roberto: “6 lupi vicini al parco giochi“. E ancora: “ormai la ciclabile che da Arsiero va a Piovene è deserta. Sempre per via dei lupi che ci girono attorno. La gente non è tranquilla. Ha paura”. Le vallette vengono abbandonate, le montagne orfane di quei malgari che non se la sentono più di passare notti insonni a sorvegliare il proprio pascolo. Tutto diventa preda del lupo: mucche, pecore, asini. “Anche a me hanno sbranato 1 asino che tenevo nel campo-aggiunge ancora il 44enne Roberto- ad uno mio zio hanno predato 1 pecora, di quelle da esposizione, che teneva in un recinto”.

In casa Lazzari ora resta l’altro cane che sabato non ha portato con lui. “E’ ancora troppo piccolo, ha appena cinque mesi. Eppure ha capito che qualcosa è successo a Dora, sua compagna di giochi con la quale passava ogni minuto-conclude Roberto- Soffre perché non vede la sua amica e non vuole cibarsi. Pur di farle mangiare qualcosa i miei figli la prendono in braccio e la imboccano-conclude Roberto-Quanto andrà avanti tutto questo? Quando faranno qualcosa affinché il pascolo di un allevatore venga tutelato e noi umani smetteremmo di dovercene stare rinchiusi per paura che assalgano il cane col quale stiamo camminando?”.

Paola Viero

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