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Valdastico. Oltre 50 giorni di viaggio a piedi: Oscar Danielli alla scoperta del Belpaese

Coraggio e determinazione. Questo, unito ad una buona preparazione atletica, ha spinto Oscar Danielli, 18 anni di Valdastico, a realizzare uno dei suoi più grandi sogni: percorrere l’Italia intera a piedi. Partito il primo maggio di quest’anno da casa sua, e documentando il suo viaggio sulla sua pagina Instagram che porta il suo nome, sta percorrendo il Belpaese camminando lungo il Sentiero Italia CAI, realizzato appunto dal Club Alpino Italiano il quale parte dalla Sardegna, tocca tutte le dorsali montuose per poi spostarsi verso la Sicilia. Da lì continua verso tutta la dorsale appenninica e le Alpi, finendo a Muggia sotto Trieste, percorribile anche viceversa. Un percorso di cui però Oscar è venuto a conoscenza solo dopo la sua partenza: “Il primo maggio sono partito a piedi da casa, ho attraversato tutto l’Altopiano di Asiago, il Massiccio del Grappa, la Valbelluna e una parte del Parco Nazionale delle Dolomiti bellunesi, Dolomiti Friulane e da lì ho tagliato per la pianura fino ad arrivare a Trieste passando anche da Udine. Ho fatto questo tragitto completamente da solo, da Vicenza fino a Trieste, e da lì lungo il Sentiero Italia fino alla provincia di Gorizia.” Una bella sfida con sé stessi che arriva però da anni di preparazione sia fisica che di realizzazione del progetto, finanze comprese: “Fino ai 10 anni di età non praticavo nessuno sport. In seguito ho iniziato prima con le arti marziali, poi atletica, pesistica, trekking e alpinismo come adesso. Mi viene spesso chiesto come io faccia a soli 18 anni da un punto di vista economico. Ho lavorato per due anni per realizzare questo mio sogno, e con il mio guadagno sto finanziando questo viaggio, principalmente cibo e acqua. L’attrezzatura l’ho presa prima di partire sempre con soldi guadagnati lavorando.” Idee chiare che Oscar ha maturato nel corso degli anni: “L’idea per questo mio viaggio è nata due anni fa, a 16 anni. Se avessi potuto sarei partito allora ma per ragioni legali come l’minorenne, non l’ho potuto fare. Appena maggiorenne, ne ho avuto la mia possibilità e sono partito.” Tanta preparazione fisica e una forza di volontà di ferro. A soli 16 anni aveva già chiaro il suo obiettivo, ha iniziato a lavorare in modo costante per allenare il suo corpo e non lasciare nulla al caso, studiando minuziosamente il suo programma, in un periodo in cui i ragazzi pensano a fare festa e sperperare i guadagni. “Due anni fa ho iniziato a fare alpinismo ed escursionismo in modo più serio, spostandomi sempre più lontano da casa. Ad esempio sono stato sulle Dolomiti in Trentino, nelle catene montuose di queste zone. Scoprendo posti relativamente vicini a casa, come in Veneto e Trentino, mi sono trovato davanti a posti incredibili. Così mi sono informato e ho realizzato che il patrimonio naturale e culturale dell’Italia è immenso. L’idea che nel nostro Stivale si racchiuda lo 0,6 % delle terre emerse nel mondo mi ha fatto capire che abbiamo così tante cose da vedere, che una vita non basterebbe. Questa conoscenza mi ha spinto a creare una prima bozza del mio progetto. All’inizio avevo pensato di farlo in bicicletta, il che avrebbe richiesto anche meno tempo. Poi però ho sentito la necessità di fare questo viaggio a piedi, anche come pausa da tutto lo stess scolastico e lavorativo.” Ha deciso quindi di partire da solo, a piedi, con la sua attrezzatura in spalle alla scoperta del mondo che ci circonda, solo con i suoi pensieri e le sue emozioni. Fino a quando non è accaduto qualcosa di significativo: “Arrivato in provincia di Gorizia è successa una cosa sorprendente. Ho trovato un altro ragazzo, Michele Testoni, 28 anni di Modena, anche lui alla sua prima avvenura, che stava facendo il Sentiero Italia CAI partendo proprio da Muggia. Per un puro caso fortuito ci siamo incontrati lungo il sentiero e così da Commons vicino Gorizia sto proseguendo il mio viaggio con lui. Abbiamo attraversato tutte le Prealpi Giulie, le Alpi Giulie e Alpi Carniche. Attualmente siamo nel cuore delle Dolomiti, precisamente sotto le tre cime di Lavaredo”.

Si è reso conto di quanto il trekking e l’alpinismo siano davvero complementari e di come natura possa lasciarlo ogni giorno a bocca aperta: “Ci sono giornate in cui penso che sarà un percorso monotono, magari l’attraversamento di alcuni paesi, ma poi rimango sempre piacevolmente stupito, ogni singolo giorno è scoperta e avventura ed è bello perché riattivi dentro di te una sorta di fame di curiosità, di grinta che ti spinge ad andare avanti”. Caparbietà e cura per i dettagli, scelte di vita portate avanti con serietà per raggiungere un obbiettivo a lui caro: “Appena è nata questa mia ambizione ho subito capito che dovevo iniziare a lavorare per mettere da parte i soldi che mi servivano, così ho trovato un lavoro e per due anni mi sono dato da fare. Poi c’è stata anche la preparazione fisica, un anno di atletica e quest’ultimo prima di partire pesistica in palestra che mi è servito molto. Ad oggi, nonostante faccia 20-30km al giorno o più se sono in pianura, grazie alla pesistica e allenamento preparatorio non sento il mio corpo fare tanta fatica, il cuore battere tanto, non sento i muscoli andare in ipertrofia e non porto più il mio corpo al limite. Questo non è un viaggio sportivo, non ho fretta di completare una certa tappa. Prendo il viaggio come viene, è bello vivere nel presente, mi concentro solo su quello che conta davvero cioè dove posizionare la mia tenda per dormire, punti di appoggio dove posso prendere da mangiare, rifornirmi d’acqua ogni giorno. Ammiro la bellezza attorno a me. Bene o male quello che conta è sempre la volontà. Se a qualcuno venisse in mente di partire all’avventura in trekking come questo, e per qualsiasi motivo non può o non vuole allenarsi, alla fine ciò che conta è quanto intensamente vuole completare il suo sogno”.

Laura San Brunone