Valdastico Nord ed un nuovo progetto che in casa Lega, veneta e trentina, prima delle elezioni europee del 26 maggio si guardano bene dal rendere pubblico. Silenzio dentro i palazzi, ma non fuori. Non solo incontri ma anche una fiaccolata “No A31” che venerdì 17 maggio partirà da Arsiero alle 20, dal piazzale dell’Unione Montana.
Ad organizzarla il comitato sorto in difesa del territorio, ‘Salviamo la Val d’Astico’, che invita ad essere presenti alla fiaccolata per “salvare il territorio, metterlo in sicurezza, risanarlo. Salvarlo dal dissesto idrogeologico che fa allagare le città e franare le montagne ogni volta che piove un po’ più forte; ma anche liberarlo dalla cementificazione e dal peso che insiste sulla sua superficie; dall’inquinamento dell’aria, delle acque, del suolo; puntare ad un modello di sviluppo diverso, che implichi una forte inversione di tendenza sulla lotta ai cambiamenti climatici ed alla valorizzazione di una economia circolare eco-sostenibile. Sono queste le più urgenti Grandi Opere che il nostro Paese deve realizzare”.
“In questi giorni i governatori di Veneto e Trentino stanno cercando un accordo sul tracciato della A31 – Valdastico da sottoporre al Ministero dell’Ambiente e Infrastrutture – spiegano ancora – Le dichiarazioni che si susseguono ci danno l’impressione di assistere ad un teatro dell’assurdo: miopia politica e interessi inconfessabili sono sul palco, e in questa scena appare la proposta di creare un raccordo tra l’uscita di Pedemonte, voluta da Zaia, e quella di Rovereto Sud voluta da Fugatti. Una follia da qualsiasi punto di vista, per ammissione degli stessi progettisti. Una proposta che conferma, se ce ne fosse stato bisogno, quanto chi la sostenga sia inadeguato ad affrontare il tema della mobilità e privo di una visione strategica”.
Le ragioni del “no A31”
“L’inutilità dell’opera, avente come unico scopo quello di ottenere il rinnovo della concessione della A4 BS-PD alla società A4 Holding, facente capo ad Atlantia-Benetton- continua ‘Salviamo la Val d’Astico – Il danno erariale causato dalle continue proroghe della concessione dell’autostrada A4 Brescia-Padova, per le quali la commissione europea ha aperto nel 2006 una procedura di infrazione. L’incalcolabile danno ambientale che la costruzione del nuovo tronco autostradale porterebbe nelle valli e territori di attraversamento. L’aumento del traffico pesante e di cantiere lungo la SS 350, in zone già colpite da livelli allarmanti di inquinamento atmosferico, con ricadute pesantissime sulla salute degli abitanti. La recente sentenza del Consiglio di Stato che, annullando la delibera CIPE 21/2013, implica la decadenza della concessione della A4 Brescia-Padova (più A31), che pertanto è revocabile”.
Cosa chiedono
“La revoca immediata della concessione autostradale di A4 Bs-Pd ad Atlantia-Benetton, l’abbandono definitivo del progetto A31, un tavolo di lavoro, condiviso dalle istituzioni ad ogni livello, per la messa in sicurezza dei territori con particolare attenzione ai temi della viabilità e dell’inquinamento”.
Paola Viero