Nel pittoresco borgo di Pedescala, frazione di Valdastico, l’arte degli antichi mestieri vive ancora oggi attraverso i social grazie a chi decide di condividere i ricordi di un tempo, custoditi gelosamente dalla comunità locale. Un’affascinante località montana, situata ai piedi delle Prealpi venete, ricca di tradizioni e abilità artigianali tramandate da generazione in generazione.

“Antichi Mestieri di Pedescala” si legge in un post sulla pagina Facebook ‘Veneti nel Tempo’, come un inno alla nostalgia, alla manualità e al passato, cercando di preservare le antiche arti e mestieri che una volta costituivano la colonna portante dell’economia locale.

Nelle due immagini sotto al post, si vede un uomo affabile e appassionato, noto come il “Casaro” Bortolo Pretto (Giòna), che svolge l’antica tradizione della produzione del formaggio. In quella foto è impressa la sua storia, un racconto di dedizione, impegno e una profonda connessione con la terra. Nel post si spiega che “fu nei primi anni ’60 gestore della malga Erio nel Comune di Roana e precedentemente in altre nel Comune di Rotzo. Dopo la transumanza, gestiva il ‘caseificio turnario’ di Pedescala. Tutta la famiglia Pretto (Giòna) fu per molti secoli maestra nell’arte casearia. Quell’anno c’ero anch’io (Delmo Stenghele) a malga Erio con la qualifica di aiuto ‘scotòn’. Nella foto me ‘sàntolo’ Bortolo indaffarato con ‘fasàre’ e ‘tosèla’.” Una forte affinità per il mondo dei latticini con una lunga tradizione familiare alle spalle nella produzione di formaggio. Bortolo sin da giovane ha appreso le arti del casaro da suo padre e suo nonno, eredità diventata il fulcro della sua vita, portandolo a dedicarsi completamente alla produzione di formaggi artigianali di alta qualità.

In un’epoca in cui la tecnologia e l’automazione dominano sempre di più, leggere post di questo tipo ci ricordano l’importanza di preservare le nostre radici culturali e le abilità tradizionali. Il borgo di Pedescala continua a dimostrare che il passato può prosperare nel presente e ispirare il futuro.

Laura San Brunone

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