Quanto accaduto la notte scorsa, è solo l’ultimo episodio di una serie di eventi franosi che hanno colpito la zona negli ultimi mesi, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture e dei residenti. Questa volta, un boato ha svegliato gli abitanti della Valle dell’Astico quando mancavano due minuti alla mezzanotte e il vistoso smottamento ha interessato la cava “La Marogna” di Valdastico. Il rumore causato dal crollo di una parte della parete rocciosa ha svegliato molte famiglie, qualcuno è uscito a vedere cosa stesse accadendo. La cava, gestita dalla società Sipeg Srl, era già sotto osservazione a causa di segnali di instabilità registrati nei giorni precedenti. Il sistema di monitoraggio radar aveva rilevato spostamenti significativi, con picchi di oltre 17 mm nelle 24 ore precedenti il crollo. Questi dati avevano portato alla chiusura della sp 35O, nel tratto compreso tra il km 36 e il km 35, un’arteria cruciale per la zona, ora ritenuta pericolosa a causa del rischio di ulteriori crolli, deviando il traffico con ordinanza della Provincia di Vicenza.
Secondo gli esperti, la maggior parte del materiale dovrebbe fermarsi lungo il versante a monte, ma non si esclude la possibilità di ulteriori distacchi, motivo per cui la chiusura della strada e del sentiero verso Ponte Maso rimane in vigore. Il traffico è stato deviato sulla strada provinciale sp 84, con disagi per i pendolari e i residenti della zona. L’alternativa percorribile passa la frazione di Casotto con attraversamento del Ponte Braidi da mesi segnalato perché danneggiato e in precarie condizioni strutturali. Le autorità invitano alla massima prudenza e a evitare l’area interessata fino a nuove disposizioni.
Oggi, nella Valle dell’Astico non si faceva che guardare la montagna e molti mormoravano tra rabbia e preoccupazione: “Si è scavato troppo, la natura si ribella”.
In realtà tutto è stato anticipato nella notte.
di Redazione AltovicentinOnline
L’Autostrada Valdastico Nord sfida la frana della “Marogna”. Un altro Vajont?