Quanto accaduto la notte scorsa, è solo l’ultimo episodio di una serie di eventi franosi che hanno colpito la zona negli ultimi mesi, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza delle infrastrutture e dei residenti. Questa volta, un boato ha svegliato gli abitanti della Valle dell’Astico quando mancavano due minuti alla mezzanotte e il vistoso smottamento ha interessato la cava “La Marogna” di Valdastico. Il rumore causato dal crollo di una parte della parete rocciosa ha svegliato molte famiglie, qualcuno è uscito a vedere cosa stesse accadendo. La cava, gestita dalla società Sipeg Srl, era già sotto osservazione a causa di segnali di instabilità registrati nei giorni precedenti. Il sistema di monitoraggio radar aveva rilevato spostamenti significativi, con picchi di oltre 17 mm nelle 24 ore precedenti il crollo. Questi dati avevano portato alla chiusura della sp 35O, nel tratto compreso tra il km 36 e il km 35, un’arteria cruciale per la zona, ora ritenuta pericolosa a causa del rischio di ulteriori crolli, deviando il traffico con ordinanza della Provincia di Vicenza.
Fortunatamente, non sono stati registrati feriti o danni , ma la situazione resta monitorata con grande attenzione dalle autorità locali. All’alba di oggi, giovedì 12 settembre, tecnici e geologi hanno effettuato i primi sopralluoghi per valutare la stabilità della parete interessata. Il materiale franato, stimato tra i 10.000 e i 20.000 metri cubi, ha interessato principalmente la parete “La Gioia”, situata sopra la carreggiata.
Secondo gli esperti, la maggior parte del materiale dovrebbe fermarsi lungo il versante a monte, ma non si esclude la possibilità di ulteriori distacchi, motivo per cui la chiusura della strada e del sentiero verso Ponte Maso rimane in vigore. Il traffico è stato deviato sulla strada provinciale sp 84, con disagi per i pendolari e i residenti della zona. L’alternativa percorribile passa la frazione di Casotto con attraversamento del Ponte Braidi da mesi segnalato perché danneggiato e in precarie condizioni strutturali. Le autorità invitano alla massima prudenza e a evitare l’area interessata fino a nuove disposizioni.
Oggi, nella Valle dell’Astico non si faceva che guardare la montagna e molti mormoravano tra rabbia e preoccupazione: “Si è scavato troppo, la natura si ribella”.
Qualcun altro menziona il geologo Dario Zampieri che da oltre un decennio avvisa che la Marogna avrebbe dovuto rimanere così come era, un monumento naturale dato che si trattava dell’assestamento di un potentissimo terremoto del 1117 che aveva fatto venire giù mezza montagna”. Sembra che nel fine settimana scorso siano arrivati segnali che si stava muovendo qualcosa, ed ecco perché è stata chiusa la strada – racconta Denise, residente a Pedemonte, tra coloro che hanno sempre difeso quella Valle impetuosa, ma anche fragile e dalla bellezza mozzafiato, – non potevano raggiungere la parte per farla brillare, ma poiché lo scivolamento della roccia era continuo, hanno pensato di aspettare confidando che il maltempo previsto in questi giorni facesse il resto”.
In realtà tutto è stato anticipato nella notte.
di Redazione AltovicentinOnline
L’Autostrada Valdastico Nord sfida la frana della “Marogna”. Un altro Vajont?