Marco Lorenzato, presidente dell’Unione Montana Alto Astico, interviene nel dibattito sullo spopolamento e il futuro dei piccoli comuni, sottolineando l’importanza di preservare le specificità delle comunità montane.
“Le piccole amministrazioni sono sentinelle del territorio”
“Il problema dello spopolamento nei piccoli comuni, soprattutto in montagna, è reale e preoccupante. Tuttavia, si tende a trascurare un aspetto fondamentale: le fusioni, in territori montani, possono trasformare le aree in entità enormi e difficilmente gestibili, privandole di controllo diretto e puntuale. Oggi, le amministrazioni locali, anche nei comuni più piccoli, svolgono un ruolo cruciale come sentinelle e primo intervento. Dove, se non in un piccolo comune, si può vedere un sindaco salire su uno spartineve per garantire la viabilità? Questo livello di responsabilità è difficilmente replicabile in realtà urbane, dove le funzioni sono spesso delegate ad altri enti o servizi.”
Il ruolo centrale delle Unioni Montane
Lorenzato evidenzia come le Unioni Montane rappresentino una vera alternativa per gestire i territori in modo efficiente senza snaturarne l’identità. “Le Unioni Montane consentono di attivare forme convenzionate di gestione dei servizi, e la Regione Veneto ha dimostrato di credere in questo modello, sostenendolo con contributi mirati. È una strada che dobbiamo percorrere con convinzione, sviluppando soluzioni innovative per preservare la qualità della vita nelle comunità montane.”
Laghi come progetto pilota per invertire lo spopolamento
Il presidente propone un’idea concreta per contrastare lo spopolamento: “Sarebbe interessante che la Regione utilizzasse il Comune di Laghi, il più piccolo della nostra area, come cavia sperimentale per applicare politiche innovative e mirate. Questo piccolo comune potrebbe diventare un laboratorio di soluzioni per l’inversione dello spopolamento, attraverso incentivi, servizi e progetti che poi potrebbero essere replicati altrove.”
“È necessario un approccio lungimirante e personalizzato per rispondere ai bisogni specifici dei piccoli comuni montani. Solo così possiamo sperare di contrastare lo spopolamento e preservare il nostro patrimonio territoriale e sociale. Le Unioni Montane sono un modello su cui puntare, ma serve anche il coraggio di sperimentare nuove strade per invertire una tendenza che altrimenti rischia di essere irreversibile.”
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia