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Posina. Capriolo abbattuto per sbaglio, Lac parte civile

La vicenda fece insorgere il mondo animalista di tutto il Veneto. Vittima di un errore, da parte di un cacciatore scledense, un esemplare maschio di capriolo trovato nell’auto dell’uomo che, il 29 novembre scorso, si recò sulle montagne della Val di Posina per sparare.

Per il cacciatore scattò la denuncia, che adesso lo trascinerà in un’aula di tribunale, dopo che fece fuoco contro il maschio, scambiandolo per una femmina.  La Lac ha preso posizione e, attraverso un comunicato stampa, ha dichiarato che sarà parte civile nel procedimento.

Pubblichiamo integralmente la nota a cura dell’ufficio stampa dell’ associazione Lega per l’Abolizione della caccia sez. di Vicenza Onlus.

“Caccia di selezione al contrario”, è quello che verrebbe da pensare alla maggior parte dei cittadini che hanno saputo dell’abbattimento avvenuto a Posina il 29 novembre 2017. Nella fattispecie si è trattato di un’uscita autorizzata che doveva prevedere il prelievo solo di una femmina di capriolo, secondo quanto determinato e assegnato ai cacciatori richiedenti.
Invece a essere abbattuto è stato un maschio di capriolo, quindi un errore macroscopico e le cui differenze tra i due sessi sono visibili anche da chi non ha molta esperienza nella caccia di selezione….
Ad aggravare la situazione, il fatto che l’animale sarebbe stato caricato nell’auto di uno dei due cacciatori senza rispettare minimamente le necessarie procedure previste nei casi in cui ci sia un errore nell’abbattimento. Ci si chiede cosa ne sarebbe stato di quel capriolo se una pattuglia della Polizia Provinciale non fosse intervenuta tempestivamente ad assicurare il rispetto delle leggi.

Forse lo avremmo ritrovato in qualche trattoria come piatto tipico….

Inoltre il cacciatore era coadiuvato da un’altra persona detto “accompagnatore” che ha la funzione e obbligo di assicurare la correttezza dell’abbattimento e nel caso consigliare al cacciatore quali capi rispettano le condizioni imposte. Imperdonabile e preoccupante quindi il fatto che l’accompagnatore, persona molto nota fra gli stessi cacciatori poiché riveste una carica a livello locale, seppur con esperienza trentennale abbia indicato un capo da abbattere che nulla aveva a che fare con quello autorizzato. Rappresentativa la nota che gli stessi cacciatori hanno aggiunto nella scheda di uscita, precisando che si è trattato di “un errore di valutazione”, come a voler minimizzare la cosa. Vige, infatti, la regola generale che impone a tutti i cacciatori di essere certi della specie da abbattere prima di premere il grilletto, altrimenti vi debbono rinunciare se vi è anche il solo minimo dubbio.

Alla Magistratura e alla Polizia Provinciale spetterà valutare i reati eventualmente commessi e i provvedimenti previsti dallo Statuto del Comprensorio Alpino n°2, mentre l’Associazione Lega per l’Abolizione della caccia sez. di Vicenza è pronta a costituirsi parte civile nell’eventuale processo o nel caso sia emesso un decreto penale di condanna.

di Redazione AltovicentinOnline