È stato purtroppo ritrovato senza vita nella notte l’escursionista, per il cui mancato rientro ieri sera, verso le 21, era stato chiesto l’intervento del Soccorso alpino di Arsiero. P.M. del ’55 di Schio aveva lasciato detto che sarebbe andato sul Brutto Buso, sopra località Griso – dove poi i Carabinieri avevano ritrovato parcheggiata la sua auto – contattando la moglie in due occasioni al cellulare.
L’ ultima verso mezzogiorno, quando le aveva detto che era in cima, avrebbe mangiato qualcosa e sarebbe sceso, senza specificare da quale parte. Il telefono non era più raggiungibile. Quattordici soccorritori, tra i quali un’infermiera, si sono suddivisi in squadre: una ha iniziato a risalire il canale, molto rischioso di notte, chiamando a voce l’uomo, le altre si sono spostate a verificare possibili itinerari alternativi di rientro, perché dalla cima, anche se molto difficile da raggiungere e individuare, si può arrivare a un sentiero Cai che poi si dirama. È stata proprio la squadra che stava risalendo il canale a trovare il corpo senza vita. Ottenuto il nulla osta dalla magistratura per la rimozione, la salma è stata imbarellata, calata per 200 metri fino al sentiero e da lì trasportata alla contrada per essere affidata al carro funebre, presenti I Carabinieri. L’intervento si è concluso alle 3.30. Questa mattina i soccorritori sono saliti nuovamente sul Brutto Buso per cercare e recuperare gli effetti personali dell’uomo e hanno rinvenuto lo zaino poco sotto la cima, aperto nel punto in cui l’uomo, non si sa se per un malore o se dopo aver perso l’equilibrio, è caduto ruzzolando per 150 metri.
Facciamo presente che sul Brutto Buso, spesso pubblicizzato senza opportune premesse, sono sì presenti manufatti della Prima Guerra mondiale, ma non esiste più sentieristica, non ci sono indicazioni e segnali evidenti, è selvaggio, impervio e pericoloso e già una volta quest’anno i soccorritori erano intervenuti in aiuto di una persona.