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Cogollo. Una Piazza per Vincenzo Zorzi, medaglia della Prima Guerra Mondiale

Una piazza, nella frazione di Mosson, porta già da decenni il nome di Don Fortunato Carlassare, il parroco trucidato trentacinquenne dai nazisti il 30 aprile 1945 nell’eccidio di Pedescala, al termine del Secondo Conflitto bellico.

Idealmente quasi un filo conduttore quello che oggi domenica 24 aprile vedrà invece inaugurare a Cogollo, all’incrocio tra Via Marconi e Via Roma la Piazzetta intitolata a Vincenzo Zorzi, eroe della Prima Guerra Mondiale.

Due storie, due destini e due uomini molto diversi tra loro, cogollesi uniti però da una presenza significativa nelle due guerre che hanno segnato il ventesimo secolo, figure che il paese non ha dimenticato.

Nato nel 1894, Vincenzo Zorzi si guadagnò per Regio decreto nel 1920 la medaglia d’argento al Valor Militare in quanto “Tra i primi ad irrompere in una trincea nemica nel monte Valderoa, massiccio del Grappa, rimasto gravemente ferito si manteneva al proprio posto di combattimento finchè, esausto per la perdita di sangue, dovette essere allontanato”.

Cartolina reggimentale del 6° Fanteria

Maresciallo aiutante di battaglia del 6° reggimento Fanteria della brigata Aosta, Zorzi oltre a 3 Croci al merito di Guerra, fu anche insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i fatti del maggio 1918 a Nervesa della Battaglia dove “Comandante di un plotone, con fermezza e coraggio lo guidava all’assalto respingendo sempre il nemico”.

Croce di Guerra al Valor Militare, ancora, per le vicissitudini che lo videro protagonista nel novembre 1917 al di sotto dei maestosi Soji Rossi del Pasubio poichè “Comandante interinale di plotone, durante un attacco nemico in forze considerevoli, serbava calma e la infondeva nei suoi dipendenti, dimostrando di possedere elette virtù militari e contribuendo con l’intensità del fuoco a rigettare un forte attacco nemico”.

Schivo e mai in cerca di quella ribalta che il campo meritatamente gli avrebbe tributato, condusse una vita povera come agricoltore e persino migrante in Francia.

Lo storico Germano Zuccollo

“Padre di una femmina e due maschi, il figlio di Francesco e Spagnolo Maria” – racconta Germano Zuccollo, grande appassionato ed esperto di storia locale oltre che cerimoniere nell’intitolazione di domenica – “fu talmente umile da meravigliarsi tanto quando, durante una commemorazione dopo aver fatto rientro in Italia, il Presidente sezionale degli alpini Vincenzo Periz, notandone le medaglie appuntate sul petto si mise sull’attenti in segno di deferenza”.

A ricordarlo, a quarant’anni esatti dalla scomparsa, la cerimonia che prenderà inizio alle 11: dopo la benedizione del Parroco Don Luigi Gatto, la commemorazione ufficiale del professor Bortolino Segalla e un saluto del Sindaco Piergildo Capovilla. Per lui infine lo scoprimento di una targa commemorativa, fortemente voluta dal Gruppo Croce Nera di Cogollo del Cengio che tanto ha fatto per non dimenticare probabilmente il più decorato dell’intera valle dell’Astico: un riconoscimento postumo e un grazie spogliato dai fasti della retorica, ma sentito e sincero. Semplice, proprio come l’uomo che fu Vincenzo Zorzi.

Marco Zorzi