Se in un altro paese a fronte di ben due indagini ed un’accusa di truffa fraudolenta, che non è cosa da poco, si sarebbero chieste le dimissioni del Sindaco impelagato in rogne giudiziarie, a Cogollo si ha quasi paura di fare domande al primo cittadino.
Nessuno ha voglia di parlare nel piccolo paese della Valle dell’Astico, dopo l’ennesimo scandalo giudiziario che ha travolto il Sindaco Piergildo Capovilla, che dopo essere stato rinviato a giudizio, è diventato quindi imputato nel processo che partirà a settembre 2023 per abuso in atti d’ufficio. Ora risulta invece indagato in un secondo filone giudiziario per una presunta truffa ai danni dell’Unione Europea e l’accusa non è acqua fresca: il primo cittadino, che si dichiara innocente dalle pagine dei quotidiani che ne hanno seguito le vicende, sarebbe complice di un raggiro ai danni dell’UE concedendo gratuitamente e senza atti formali terreni da pascolo privati e anche pubblici, dove sempre secondo l’accusa, di pecore non se ne sarebbero mai viste nemmeno col cannocchiale consentendo così ai presunti imprenditori agricoli di incamerare indebitamente quasi 400mila euro.
Nonostante gli articoli de ‘Il Giornale di Vicenza’, sui tavolini di tutti i bar di Cogollo e dei paesi limitrofi, guai a toccare l’argomento. Se solo provi a chiedere ad un passante che sta uscendo dall’ufficio postale o sta sorseggiando la sua tazza di caffè mattutino, la risposta è sempre la medesima. “Non sappiamo niente…abbiamo letto dai giornali…non sapremmo che dire”.
Un clima di omertà, una sorta di inibizione collettiva per paura che è quasi più grave delle indagini stesse che coinvolgono Capovilla, che potrebbe anche essere innocente. Ma i retroscena di queste vicende in un paese di più di 3mila anime, dove le notizie rimbalzano via telefono e casa per casa, sanno di amaro: parlano chiaro nel silenzio di un clima al veleno che si respira anche da fuori.
Sicuramente Capovilla si difenderà nelle sedi giudiziarie più opportune, lui stesso oggi venerdì 8 aprile, dalle pagine de ‘Il Giornale di Vicenza’ nell’articolo di Matteo Carollo dichiara a gran voce di essere innocente “di non aver mai preso soldi” e di aver incaricato un avvocato che dimostrerà la sua estraneità ai fatti contestatigli. Glielo auguriamo, ma assieme all’auspicio che si faccia luce sulle due vicende, speriamo altrettanto che venga riconosciuto al popolo cogollese il diritto di ascoltare quello che un primo cittadino dovrebbe spiegare nella sua funzione di pubblico ufficiale. I cogollesi lo meritano.
Natalia Bandiera