Ci sono due piccole chiese che inevitabilmente accompagnano da sempre la vista di chi, giungendo dalla pianura, arriva alle pendici dell’Altopiano dei Sette Comuni.
La prima partendo da est, è quella di San Giorgio a Caltrano che si trova accanto all’attuale cimitero del paese proprio lungo la SP 349 del Costo.
Eretta nel XIII secolo nei pressi di quello che fu un cimitero romano, impropriamente definita pieve, rivestiva piuttosto il ruolo di antica chiesa matrice su un vasto territorio compreso l’altopiano. Venne restaurata nella forma antica nel 1947 cui è seguita una ristrutturazione parziale verso la fine degli anni Novanta.
Un’importanza tale la sua che, molto probabilmente grazie a quest’edificio dedicato a San Giorgio dove nei secoli scorsi anche gli abitanti dell’Altopiano scendevano per seppellire i propri morti, Caltrano risulta tra i pochissimi siti dell’intero comprensorio segnati in un’antica carta geografica ora esposta nei Musei Vaticani.
Più a nord, lasciato l’abitato di Piovene Rocchette e proseguendo stavolta lungo la SP 350 in direzione Trento, non appena imboccato l’ononimo viadotto che attraversa il torrente Astico, si scorge invece subito la Chiesa dedicata a Sant’Agata in comune di Cogollo del Cengio.
Povera dal punto di vista artistico, è invece ricchissima di storia: di origine longobarda, tanto da collocarla come già eretta ben prima dell’anno 1000 grazie all’opera di catechesi intrapresa dai monaci bendettini, è menzionata in un primo documento del 1186 da uno storico dell’Abbazia di Nonantola.
Nell’estate del 1202, tra le mura della chiesa che domina la campagna cogollese, avvenne poi la definizione dei confini sulla destra dell’Astico e l’approvazione di alcune convenzioni riguardanti i diritti di pascolo e di legnatico: si sancì così ufficialmente qui la nascita dei Comuni di Arsiero, Velo e Cogollo e, successivamente, dal territorio di Arsiero, dei Comuni di Posina e Tonezza.
Due gioielli, emblemi della valle dell’Astico: attorno il mondo è cambiato, sono passati i secoli, ma l’affetto verso questi monumenti da parte delle popolazioni locali e non solo, è rimasto immutato oltre il tempo.
M.Z.
(per Caltrano scatto di P. Bettini -1917. Per Cogollo foto archivio privato M. Trenti – primi anni Cinquanta)