E’ una sala conferenze gremita quella che ha accolto il dibattitto sulla vicina guerra in Ucraina e le tante fake news che circolano intorno ad essa. Un momento quindi per fare chiarezza ma anche per riflettere su un evento – quello bellico – che torna a colpire quel mondo occidentale che pensava di aver chiuso i conti col suo tragico passato.

Ospiti della serata organizzata ad Arsiero dal locale Circolo PD e moderata dalla redazione di AltoVicentinOnline, il deputato Emanuele Fiano, il Sindaco di Santorso Franco Balzi in qualità di capofila del progetto di accoglienza ‘La Tenda di Abramo’ e Natalia, una rappresentante della comunità ucraina vicentina e residente proprio ad Arsiero.

Il convegno si è aperto con un monologo molto apprezzato dell’attore Diego Dalla Via, che attraverso un testo con parole inizianti tutte per la lettera P ha tratteggiato con amara ironia le contraddizioni di un popolo – quello veneto e non solo – raccontato attraverso le vicende politiche e sociali che l’hanno caratterizzato sino ai nostri giorni.

Dopo i saluti di Cristina Meneghini, Sindaco di Arsiero e del capogruppo dem in Regione Giacomo Possamai, la serata è entrata nel vivo con l’introduzione del segretario locale Luca Cislaghi e con una ricognizione storica molto puntuale da parte dell’On. Fiano che non ha esitato a derubricare ad illazioni le istanze di Mosca e di quanti, anche in Italia, cercano alibi all’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina: “Che nel noto battaglione Azov vi siano dei chiari riferimenti al nazismo non ci sono dubbi – ha dichiarato il politco molto vicino alla comunità ebraica – “ma parliamo di poco più di 3mila uomini in un paese di oltre 44 milioni di abitanti peraltro dove alle ultime elezioni i partiti neofascisti hanno appena superato il 2% dei consensi, in linea con molti altri paesi europei. Accusare quindi l’Ucraina di essere un paese filo nazista e per questo assediarla non solo non ha senso, ma dimostra su quali appigli menzogneri Putin abbia costruito una campagna contro la libertà di un popolo che non può essere accettata”.

“Non ho notizie di tanti amici e parenti” – racconta invece Natalia con la voce che spesso si fa flebile per l’emozione – “perchè da quando è cominciata questa guerra contattarli è molto pericoloso. Quei pochi che sono riuscita a sentire mi hanno raccontato cose tragiche, case distrutte ovunque e disperazione totale. Una mia vecchia compagna di scuola, il primo giorno in cui i russi hanno iniziato a bombardare, ha visto uccidere a sangue freddo e senza ragione due ragazze che stavano portando del latte accompagnate dalla loro mucca. Non lasciate sola l’Ucraina che vuole solo vivere libera e in pace”.

Molto importante la rete di accoglienza costruita grazie all’attivismo del comune di Santorso e al coinvolgimento di una trentina di comuni dell’alto vicentino che hanno voluto così offrire disponibilità coordinando in modo accorto e compiuto la solidarietà dei privati nell’accoglienza dei profughi in fuga: “Le adesioni sono state tantissime” – racconta Balzi con soddisfazione – “al punto che ci siamo dovuti fermare. Un moto di grande generosità che speriamo non si esaurisca: in molti chiedevano anche di poter accogliere minori magari abbandonati, capisco il buon cuore ma ragionevolmente abbiamo dovuto declinare per tutelare soggetti fragili che necessitano di strutture e sorveglianza”.

E un grazie finale, in chiusura, è arrivato anche da parte di altri esponenti della vivace comunità ucraina presente nel comprensorio che non hanno mancato di sottolineare quanto la solidarietà di tanti vicentini abbia fatto la differenza in queste settimane. Piccoli gesti di umanità, in attesa che torni il sereno.

M.Z.

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