Da un vecchio telefono, di quelli tipici per anziani, con i numeri grandi e di facile manualità, a 90 anni si è ritrovata a maneggiare uno smartphone di nuova generazione pur di ‘stare vicina’ ai suoi 4 figli e ai suoi 8 nipoti.
La storia di Maria Filippi, ospite della casa di riposo di Arsiero, tra le più virtuose dell’Alto Vicentino e che non ha registrato contagi da coronavirus, è proprio bella. DI quelle che ti fanno emozionare e racchiudono le caratteristiche emotive di chi deve stare isolato ai tempi del covid-19 e non può avere nemmeno un minimo contatto con l’esterno.
“A mia madre non è possibile portare un dolce nemmeno passandoglielo da una finestra, non la vediamo dalla fine di febbraio, da quando il direttore ed il sindaco l’hanno come ‘sigillata’ per proteggere i pensionati, che così sono rimasti incontaminati – racconta Vanna Dalla Vecchia, figlia di Maria Filippi, che il 13 aprile ha compiuto 90 anni – Stiamo vivendo giorni difficili perché mia madre era abituata a vederci spesso. Siamo 4 figli e 8 nipoti, quindi non passavano due giorni che qualcuno di noi non andasse a trovarla. Lei sta tenendo duro, è una donna forte, lucida, ma sappiamo che quanto lei sta vivendo attraverso la televisione, che guarda spesso, le crea apprensione. Di conseguenza anche noi lo siamo e non vediamo l’ora di poterla riabbracciare sebbene abbiamo trovato il modo di poterla vedere spesso grazie allo smartphone che mia nuora ha donato alla casa di riposo proprio per dare la possibilità a tutte quelle persone fragili di mantenere i contatti con i loro cari”.
Vanna, temete per la salute di nonna Maria?
Sappiamo che dentro la casa di riposo di Arsiero la situazione non desta preoccupazione grazie alla buona gestione del direttore Giuseppe Mosele e del sindaco Cristina Meneghini. Loro, non appena sono arrivate le prime comunicazioni sanitarie, non hanno perso tempo a chiudere la struttura agli ospiti, pensi che non possiamo portare nulla, ci sono regole rigidissime e anche gli operatori stanno sfoderando tutta la loro professionalità per scongiurare anche il più piccolo rischio di contagio. Questo ci fa stare sereni, ma è molto profondo lo sconforto che proviamo quando le sentiamo chiederci se riuscirà a rivederci ancora una volta. Tutti noi la rassicuriamo, le diciamo continuamente che andrà tutto bene, che stiamo tutti bene, che non deve temere, ma il suo sguardo, nonostante i suoi occhi vispi, tradisce l’ansia che lei prova.
Lei si è adeguata subito, rideva, tra un misto di gioia e stupore per quell’aggeggio che mai avrebbe pensato di dover utilizzare pur di avere un contatto visivo con noi familiari. Le operatrici la aiutavano e lei ci raccontava cosa faceva con gli altri pensionati per trascorrere le giornate.
A proposito, sappiamo che solitamente, all’interno delle case di riposo, si tengono programmi studiati per mantenere vivi gli anziani sia fisicamente che mentalmente. Come sono cambiate le loro giornate ad Arsiero?
Ci dice che sono stati sospesi i corsi di fisioterapia, proprio per quella cautela che evita i contatti fisici, ma ci ha anche riferito che i dipendenti della struttura si sono attrezzati per colmare i vuoti che si sono venuto a creare con l’emergenza covid.
di Redazione Altovicentinonline