Con il cambiamento climatico si affacciano nuove specie, simili a quelle commestibili ma tutte nocive.

L’autunno, stagione tradizionale di funghi, porta con sé anche un rischio spesso sottovalutato: l’intossicazione da funghi tossici. La stagione 2024 si è rivelata particolarmente preoccupante, con il numero di casi già superiore a quello dell’anno scorso, nonostante siamo solo all’inizio di novembre. A lanciare l’allarme sono gli esperti, a partire dall’ASL di Vercelli e dall’ispettorato micologico della ASL Torino, che mettono in guardia contro il pericolo di raccogliere funghi in modo improvvisato, confidando in app e informazioni online.

Il primo avvertimento è chiaro: le app che promettono di distinguere i funghi commestibili da quelli velenosi non sono sufficientemente affidabili. Le Asl, che monitorano costantemente i casi di intossicazione, ribadiscono che queste tecnologie, purtroppo, possono far cadere in errore. Il rischio aumenta, infatti, quando si tratta di funghi che somigliano a varietà pericolose ma che all’apparenza potrebbero sembrare innocue. Come sottolineano gli esperti: “Tutti i funghi hanno un notevole carico epatico e possono essere pericolosi se non trattati correttamente. Bisogna evitare di mangiarli crudi e limitare i pasti ripetuti con gli stessi funghi.”

Pericolo porcini crudi

Un altro dato preoccupante riguarda l’intossicazione da porcini. Ferro spiega che ben il 30% dei casi di intossicazione riguarda il consumo di porcini crudi. Sebbene questo fungo sia ampiamente consumato in cucina, è fondamentale cucinarlo accuratamente. “Mangiare il porcino crudo può essere altrettanto rischioso quanto consumare varietà tossiche, perché alcuni composti contenuti nel fungo possono risultare dannosi per il fegato se non vengono neutralizzati dal calore della cottura”, afferma Ferro.

 Amanita falloide e Prataioli

Un altro pericolo, sottolineato dagli esperti, è la difficoltà di distinguere tra funghi tossici e commestibili che crescono nello stesso habitat. “Un fungo estremamente tossico può crescere a fianco di uno commestibile, come nel caso dei prataioli e dell’amanita falloide”. Quest’ultimo, nella sua variante albina, è identico al comune prataiolo, ma contiene una tossina che può provocare gravi danni al fegato e ai reni.

Il ruolo degli ispettorati micologici e dei mercati controllati

L’unica certezza per evitare errori è rivolgersi agli ispettorati micologici locali, che sono a disposizione gratuitamente per identificare i funghi raccolti. Ogni ASL ha il proprio servizio, con esperti che sono in grado di distinguere tra specie commestibili e velenose con alta precisione. “Quando si acquistano funghi nei mercati rionali, si può stare tranquilli: si tratta di un prodotto sicuro, controllato e venduto da mani esperte. Ma quando si raccoglie il fungo da soli, il rischio è molto più alto”, aggiunge Ferro.

In sintesi, gli esperti raccomandano di evitare il fai-da-te quando si tratta di funghi, soprattutto se non si è esperti nel riconoscimento delle diverse specie. La sicurezza alimentare va garantita solo con la consulenza di professionisti e attraverso l’acquisto da fonti sicure. Un errore potrebbe costare caro, e la prevenzione rimane l’unico modo per proteggersi da intossicazioni anche gravi.

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