Mi ha accolta nella piazza di Piovene Rocchette come un autentico gentleman, che sa badare ai particolari e non perche’ sia una donna o una giornalista. A Maurizio Colman, sindaco da 8 anni di un paese che conta 8500 residenti non gliene importa niente di apparire, di far colpo sulla gente. Basta parlare con lui 5 minuti per capire che non è a caccia di consensi.
Mi offre il caffè e ci tiene ad iniziare un mini tour per la “sua” città. Ci fermiamo subito in piazzale della Vittoria che con la sua amministrazione è rifiorita con un investimento da 600 mila euro, che è servito per realizzare i parcheggi e per riqualificare quell’area, dove i piovenesi amano fermarsi sotto le frasche per godersi un po’ di ombra. Ci fermiamo anche noi a fare due chiacchiere con un paio di pensionati che mi raccontano della ‘Calcara’, la fabbrica di calce, che ha chiuso battenti parecchi anni fa, dopo l’esplosione che costò la vita a tre persone. Un dramma che a Piovene nessuno ha mai dimenticato.
“Qui le travi fecero voli di oltre 500 metri – spiega Ottorino Chilò, quasi ottantenne e memoria storica di Piovene Rocchette – una tragedia”. Proseguiamo il nostro giro e ci dirigiamo verso la biblioteca. Messa a nuovo nel 2006 con l’introduzione anche di un hot-spot wi fi, di cui a quei tempi, in pochi conoscevano l’esistenza:”Dotare la mia città di alta tecnologia è stata una delle premure che ho avuto subito – racconta Colman – ricordo che facevo fatica a spiegare in cosa consisteva la cablatura in fibra ottica di tutti gli edifici comunali in un periodo in cui i sindaci si preoccupano più di organizzare sagre e feste. Io ho sempre concentrato la mia attenzione sui servizi, che migliorano la vita pratica del cittadino anche se qualche volta ha significato scontentare qualche richiesta’. E’ orgoglioso Colman della sua biblioteca che contiene 45234 tra libri e dvd. 45mila sono gli accessi singoli effettuati nel 2011, 2184 gli iscritti al prestiti. Mi guardo intorno per scrutare l’ambiente e mi accorgo che nella Biblioteca di Piovene ce n’è per tutti i gusti. I pensionati la mattina, possono andare a leggere i quotidiani, ma dall’altra parte, c’è un’area riservata ai bambini, che sin da neonati possono mettere piede in un mondo, dove spesso il primo ingresso lo fai in adolescenza. Ci dirigiamo al centro diurno per anziani, sempre nel centro del paese, ma è ora di pranzo e gli ospiti stanno mangiando. Rimaniamo a chiacchierare con la responsabile, promettendole di tornare al più presto a trovare ‘la terza età piovenese’, che al centro può trascorrere intere giornate, con iniziative sempre diverse come pomeriggi danzanti e tornei di carte. Quindi, facciamo tappa al nido comunale, ristrutturato e riorganizzato con un innovativo modello organizzativo che permette di personalizzare la durata del servizio in funzione delle esigenze delle famiglie e dei piccoli ospiti. Per questo progetto, il comune di Piovene si è aggiudicato un premio dalla Regione Veneto.
Il caldo comincia a farsi esagerato e con Maurizio, prima di andare a pranzo, decidiamo di fermarci al Comune, che è stato un ospedale militare in periodo di guerra e dove esistono ancora delle scritte in cui si invita, tra le altre cose, a sputare nelle apposite sputacchiere. Saliamo nel suo ufficio e ci interrompe una collega, che al telefono, gli chiede della questione Filivivi. Ne approfitto per fumare una sigaretta e pensare alle domande da proporgli.
Sindaco Colman, quando ha iniziato con la politica?
A dodici anni iniziai a leggere il mio primo libro di Luca Goldoni, ma verso i 16 anni, fui letteralmente rapito dal “Il Provinciale” di Giorgio Bocca, che ha formato il mio pensiero. Sono state però decisive le esperienze universitarie a Padova, dove, oltre a laurearmi in ingegneria meccanica, mi sono avvicinato alla politica, iniziando a militare nella Lega. Nel ‘95, mi sono candidato alle elezioni comunali risultando il primo dei non eletti. Idem nella tornata del 1999, ma si liberò un posto ed entrai nel consiglio tra le minoranze. Nel 2004, inizio a fare il sindaco.
Cosa Le è passato per la mente in quel momento?
Mi sono chiesto: ‘Che città voglio per Piovene? Le idee hanno affollato la mia mente ed ho iniziato il mio mandato.
Che sindaco è Maurizio Colman?
Un primo cittadino pratico, che non deve piacere per forza, ma che deve mettere al primo posto il suo paese, anche se le scelte non sono condivise. L’importante è essere umili con se stessi e sapere che si sta facendo la cosa più giusta. Quando si dice no ad una richiesta di un cittadino è perchè si è valutato che quel dissenso ha una motivazione, non per esercitare arbitrariamente un potere.
Si sente un sindaco ben voluto dai suoi concittadini?
Si, mi sento apprezzato perchè sto in mezzo alla gente, in modo semplice con i miei jeans e la mia Lacoste. Vado al bar con loro e li ascolto.
Cosa non sopporta?
Non sopporto in generale chi non sa guardare oltre il proprio naso e chi, da sindaco, si reca là dove magari stanno costruendo un’opera pubblica, atteggiandosi ad esperto, non capendo quello che sta fingendo di osservare con competenza.
Qual è il sindaco dell’Alto vicentino che apprezza di più?
Senza dubbio, Luigi Dalla Via. Ha grandi capacità amministrative, ma mi piace di lui l’approccio concreto che ha con i problemi da risolvere.
E qual e’ stato negli anni, il suo punto di riferimento?
Sicuramente Attilio Schneck, attualmente Commissario per la Provincia di Vicenza ed ex Presidente e sindaco di Thiene. Una persona dotata di una capacità amministrativa che è stata di esempio per tanti sindaci.
Qual è il ‘fiore all’occhiello’ del suo operato fino ad ora?
L’acquisizione della rete del gas che abbiamo dato in gestione e che in questo momento, ha generato un flusso di denaro nelle casse comunali di ben 350 mila euro l’anno. Sarà così per 12 anni, con la possibilità di continuare con questo introito o con altri, e credo che abbiamo creato qualcosa di veramente importante per il paese, che vivrà ben oltre il mio mandato.
Lei si è beccato una denuncia per intolleranza razziale….
Si, ma non avevo fatto niente di male e infatti il procedimento penale si è fermato davanti al gip che non mi ha rinviato a giudizio. Stavo difendendo la sicurezza dei Piovenesi, con una ordinanza che anche altri Sindaci possono adottare in relazione alla gestione della presenza di insediamenti abusivi di campi nomadi.
Qual è il motto che anima il suo lavoro?
‘Chi non ha grandi obbiettivi non raggiungerà mai grandi risultati’
Natalia Bandiera