Trent’anni anni, single, bella, ma anche intelligente. Sensibile al punto da soffrire per un’opposizione che le dà filo da torcere. Lei sfodera non solo la sua laurea in giurisprudenza, ma soprattutto l’orgoglio di essere donna, che non vuole apparire meno forte, solo perchè appartiene al cosiddetto ‘sesso debole’. Silvia Covolo siede sorridente e sicura nel suo ufficio all’interno del Comune, contenta di poter parlare finalmente un po’ di sé stessa e non solo del suo lavoro. Come tutti i primi cittadini, viene spesso vista come una persona lontana, ma lei ci ride sopra e vuole essere considerata dai breganzesi ‘una di loro’.
Silvia, è facile essere un sindaco donna e giovane?
Se devo essere sincera no. L’attuale minoranza non ha accettato di aver perso le elezioni, e hanno tentato in tutti i modi di creare dissapori. Ho sentito da subito un astio molto forte e ingiustificato. Ai consigli comunali mi mettono sempre alla prova per vedere se so le cose o se sono impreparata. Ormai, dovrebbero averlo capito che le cose invece le so, anche perché sono un avvocato specializzato in diritto amministrativo. Nel 2010, una gran parte della mia maggioranza mi ha mollata, poco dopo aver vinto le elezioni. Si sono uniti tra loro e sono passati all’opposizione. Del mio gruppo ci siamo ritrovati in 3 e abbiamo dovuto ricostruire una squadra.
Su cosa si sente attaccata?
Ho un’opposizione che dice ‘no’ a priori. Mi votano contro a prescindere dalle mie argomentazioni. Per fare un esempio, abbiamo dovuto mettere degli stop, ad una società in house che rappresentava soprattutto uno sperpero finanziario, e abbiamo ridisegnato la parte breganzese della Pedemontana. Lavori utili, ma disprezzati. Il problema è che fino a tempo fa il comune aveva i soldi e poteva fare tante cose, ora non è più così e il poco che c’è deve essere amministrato, non sperperato.
Mi descriva, invece, dei momenti belli del suo mandato.…..
Quando andiamo a portare i regali di Natale in pediatria ai bambini ricoverati. A me sinceramente piacciono anche le ricorrenze patriottiche, ma ricordo con gioia, anche l’inaugurazione della Diesel. In effetti, di bei momenti ce ne sono tanti.
Quali invece, i momenti difficili?
Quelli attuali. Stiamo vivendo tempi duri. A volte, arrivano genitori che non possono pagare la mensa scolastica, o che non riescono a comperare il gelato ai figli. Per me, che sono cresciuta nel benessere degli anni ’80, è difficile accettare che queste situazioni siano il quotidiano, è angosciante immedesimarsi nei problemi che riguardano la serenità delle famiglie. Odio pensare che dei bambini possano avere una vita triste.
Chi è il tuo riferimento politico?
Affettivamente Marino Finozzi, ma come sindaci stimo particolarmente Massimo Bitonci di Cittadella e Manuela Lanzarin di Rosà.
Com’è iniziato il tuo percorso politico?
I miei amici dell’università mi hanno trascinata in piazza. Andavamo alle riunioni, abbiamo ‘studiato’ politica tra la folla. E’ stato bello condividere con loro la mia vittoria alle elezioni. Ancora adesso, il sostegno di una cara amica è fondamentale per me. Nel weekend passiamo ore al telefono a chiacchierare e spettegolare.
Che tipo di studentessa eri?
Una secchiona. Ero puntigliosa e precisina, come tendo ad essere ora. Non mi alzavo, e non mi alzo, dalla sedia fino a che tutto è come dico io. Se ti impegni nello studio ti ritorna nella vita. Magari non hai tutte le risposte subito, ma sai dove andare a cercarle.
Che tipo di donna sei? E perché single?
Sono molto esigente e anche permalosa. Crescendo ho imparato ad essere più tollerante, ma c’è un aspetto del mio carattere che non riesco a modificare: se qualcuno mi delude nel profondo, io chiudo per sempre. Non litigo mai, non cerco il confronto, e quando sono costretta a scontrarmi poi chiudo. Sono single da un anno e mezzo perché la politica non conosce weekend né orari, e non è facile stare vicino a una donna che è anche un sindaco.
Com’è Silvia Covolo quando è di malumore?
Per ruolo devo essere sorridente e sempre disponibile. A volte mi riesce, altre volte meno. Chi mi conosce da vicino riconosce le sfumature. Ammetto che certe volte, quando sono provata da situazioni personali, preferirei potermi sfogare come una qualsiasi donna della mia età.
Ti ricandiderai?
Non lo so. Bisogna dare tempo al tempo e vedere cosa succede. A volte penso di essere brava se arrivo a fine mandato, a causa di tutte le pressioni che subisco. Ma sono tosta e lavoro per obiettivi. Per ora il mio obiettivo è adesso.
Che cosa vuole Silvia Covolo per i cittadini di Breganze?
Vorrei che non avessero paura del nuovo. Io capisco che ciò che si conosce è più rassicurante, ma spesso nelle cose nuove spesso ci sono tante opportunità. Bisogna aprirsi al futuro e non mettere barriere che impediscano di andare avanti. Pensiamo a cosa sarebbe successo se avessimo detto ‘no’ al computer…
Anna Bianchini ( servizio fotografico a cura di Bessie Secor )