Attenti al lupo. E’ il motto recente nell’Altopiano di Asiago, dove quasi ogni giorno vengono avvistati lupi che sembrano avvicinarsi sempre di più, senza paura, alle abitazioni.
Una presenza, quella del grosso canide selvatico, che si è fatta sentire nell’ultimo anno, con branchi che non corrono solo nei boschi, ma si fanno vedere vicino alle malghe e alle case, alla ricerca di cibo. E crea scompiglio la presenza del lupo, perché se da un lato ci sono i malgari e molti cittadini che lo temono in quanto predatore, dall’altro ci sono i ‘sostenitori’, che vorrebbero che l’animale libero di scorrazzare e vivere secondo la sua natura.
Andrea Brutti, dell’ufficio Fauna Selvatica Enpa, è un difensore del lupo, non solo per il ruolo che ricopre in seno all’Ente Nazionale Protezione Animali, ma perché, il ‘problema lupo’, proprio non riesce a vederlo. Anzi, ha anche identificato dove risiede il vero problema e conosce la soluzione.
Andrea Brutti, quanti lupi ci sono in Altopiano?
Non esistono censimenti certi, pertanto non siamo in grado di sapere quanti esemplari ci siano.
Possiamo dire che il lupo è un problema?
Il lupo non è assolutamente un problema, esiste un problema di convivenza con la fauna selvatica e per questo bisogna divulgare cultura. Le istituzioni devono applicare e fare rispettare le leggi. Capisco che questo coinvolga la Polizia Locale e quindi sia un po’ una seccatura, eventualmente la Regione può intervenire con misure straordinarie a supporto della tutela del lupo. Ci sono tante strade, ma passano tutte attraverso il rispetto delle regole studiate per la convivenza con la fauna selvatica.
Il lupo però è percepito come un problema, ci può dire dove risiede questo problema?
Per prima cosa, bisogna evitare il randagismo dei cani. I cani di casa, o da pascolo, non possono essere lasciati liberi perché possono riprodursi accoppiandosi con i lupi. In questo caso, scientificamente, a differenza di quanto si ‘chiacchiera’ non nascono ibridi. Quando un cane si accoppia con un lupo selvatico dà vita a dei meticci, che vengono considerati lupi fino alla quarta generazione, dopo sono considerati cani semi-selvatici. E’ un problema grosso quello del randagismo, molto sottovalutato.
Lei vuole dire con questo, che ci sono cani selvatici tra i boschi ma che non sono veri lupi?
Ci sono i meticci nati da incroci tra lupi e cani. Le persone tendono a vedere molte foto di cani che identificano con i ‘lupi’, alcuni sono rossi, altri grigio chiaro quasi bianchi. Ma il lupo ha un colore definito, non è multicolor, non bisogna fare confusione. E’ pericoloso fare confusione.
E che differenze ci sono tra cani semi-selvatici e lupi?
I cani, nel loro dna, non hanno paura dell’uomo e si avvicinano alle zone dove vive l’essere umano, non hanno timore delle attività antropiche. Sono in pratica dei cani randagi che si avvicinano senza problemi. Ricordiamo che anche l’uomo è predatore, quando critichiamo il lupo, o il cane semi-selvatico. Il lupo vero si identifica con un’indagine genetica.
Però le predazioni sono tante…
Il lupo, o il cane, se vedono greggi o pascoli incustoditi, si avvicinano in cerca di cibo. E’ normale che accada. Per questo gli animali delle malghe devono essere custoditi. E qui subentra il secondo grosso problema.
Cioè?
Molti allevatori rifiutano i recinti, o non portano al riparo le bestie durante la notte. Poi lamentano che ci sono predazioni, ma è normale che gli animali selvatici cerchino cibo predando altri animali. E quale miglior posto di un gregge o un pascolo?
A livello nazionale, esiste un piano lupi? E cosa dice?
A prescindere da strumentalizzazioni, il piano lupi è efficace finché gli allevatori vengono aiutati con misure di prevenzione, che loro, naturalmente, devono accettare e attuare. Il problema è quando gli allevatori fanno di testa loro. In tal caso, succede come in Maremma e lì sono guai grossi. In Toscana il problema è molto più ampio che in Altopiano.
Sempre a livello nazionale, come viene gestita la presenza del lupo in altri territori?
In Abruzzo il lupo non è assolutamente un problema, nemmeno l’orso. Gli allevatori sono abituati alla loro presenza, rispettano le norme per la tutela degli animali al pascolo e i cani da guardia sono sterilizzati. In Maremma (Toscana), invece, il problema è serio. Lì alcuni pastori sardi hanno voluto ricreare il pascolo sardo, senza considerare che in Sardegna non c’è il lupo. Secondo le abitudini del pascolo sardo, gli animali vengono lasciati liberi tra valli e montagne, senza recinti né precauzioni. I lupi li predano e quindi molti hanno cominciato a sterminare i lupi per difendere le greggi, ma senza arginare il fenomeno del randagismo né proteggere il bestiame. Un’assurdità. In Altopiano ci sono i margini per riportare la situazione alla normalità.
Secondo lei, gli allevatori che perdono il bestiame, vanno risarciti?
Se rispettano le regole in merito alla prevenzione assolutamente sì. Altrimenti no, se non rispettano le leggi devono anche accettare le conseguenze. Gli studi dimostrano che la prevenzione corretta riduce dell’80% le predazioni di bestiame da allevamento.
Perché tutto questo allarmismo sulla presenza del lupo?
L’allarmismo è legato alla ricerca del voto. Professarsi contro il lupo e volerlo eliminare, è una presa in giro. Il lupo è protetto a livello nazionale, è una specie tutelata e non spariranno. Inoltre, abbattere i lupi è pericoloso, perché si rischia di disgregare il branco e gli animali sono costretti a predazioni a caso. I giornali hanno anche il loro ruolo nel diffondere allarmismo, perché continuando a divulgare video e foto, che spesso ritraggono cani semi-selvatici e non lupi veri, seminano paura. E’ buona pratica dare retta alla scienza per riconoscere il lupo.
Il lupo è pericoloso per l’uomo?
Assolutamente no. Il lupo è un animale selvatico, non avvicina l’uomo, lo evita e si nasconde. Si avvicina alle prede disponibili, questo sì. Ma gli animali selvatici scappano tutti, non si è mai visto un selvatico avvicinare l’uomo, a parte San Francesco nell’iconografia tradizionale. Non facciamoci condizionare nemmeno dalla favola di Cappuccetto Rosso… L’ultima predazione di lupo all’uomo risale a 170 anni fa. Sono i cacciatori che si sparano per sbaglio tra di loro, non è il lupo che se li mangia… Il lupo è una ricchezza per l’ecosistema.
In sintesi, cosa bisogna fare per risolvere il ‘problema’ lupo?
Bisogna censire scientificamente i lupi. E’ fondamentale che le amministrazioni comunali applichino le leggi contro il randagismo, in modo che i cani non vadano ad accoppiarsi con i lupi dando origine a dei semi-selvatici che non temono l’uomo. I cani domestici e da guardia per gli animali devono avere il microchip. I cani da pastore e da guardia alle greggi devono essere sterilizzati ed educati. Insomma… bisogna ritornare alle vecchie pratiche di un tempo.
Anna Bianchini