Sono sempre di più le neomamme costrette a lasciare il lavoro per rimanere a casa ad occuparsi dei figli.
La società italiana ritorna quindi alle origini, quando le donne rimanevano al focolare e passavano la giornata ad accudire figli, parenti anziani e si prendevano cura della casa, dei fornelli e delle faccende domestiche.
Il ritorno al passato però pare non essere una scelta presa di buon grado, quanto piuttosto un obbligo imposto dal costo del lavoro per una donna che ha figli piccoli o parenti anziani.
Per quanto riguarda l’assistenza ai figlia alla base della decisione di una mamma italiana su 3, che ha deciso di rinunciare al proprio impiego, pochi posti negli asili nido e i nonni ancora impegnati nel mondo del lavoro. Ma sono anche tante le donne più mature che rimangono a casa per assistere, oltre ai figli, anche i parenti anziani, visto che le rette delle case di riposo sono salatissime e sono sempre più poche le persone che possono permettersele.
E’ quanto emerge da un’indagine Istat condotta a livello nazionale, che ha evidenziato il nuovo trend per le neomamme, che dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, decidono di stare a casa dal lavoro per occuparsi della famiglia. E’ al nord la situazione più inquietante, visto che la grande maggioranza di donne coinvolte nella scelta risiede nel nord della penisola dove, al tempo stesso, la rete di assistenza per bambini, che include asili nido pubblici e privati, è la più sviluppata. Evidentemente non basta e a rimanere a casa sono soprattutto le mamme che guadagnano meno. Il motivo è comprensibile: con stipendi che a stento raggiungono i mille euro al mese e costi che superano i 500 euro per asili e tate, stare fuori casa 8 ore al giorno, lontano dal figlio, per molte mamme è una scelta inaccettabile.
Alla base delle scelte di donne mature di non continuare la carriera lavorativa, anche la consapevolezza di poter usufruire un domani, di pensioni più basse rispetto ai colleghi uomini.
A.B.