Amare gli animali, ma finire per indossarne uno morto come orpello, col pelo che solletica il viso mentre si piega verso il basso, con sguardo benevolo al proprio cagnolino.
Un no sense per coloro che si dichiarano paladini degli animali, palesandosi tra le vie di qualsiasi città, probabilmente anche nell’inconsapevolezza della persona che si tiene stretto il bavero peloso per proteggersi dal freddo.
E’ questo il cuore di una campagna lancia dalla fondazione ‘Brigitte Bardot’, che sta suscitando grandi polemiche in Francia, con l’immagine forte del sangue che cola dal cappuccio di un giaccone, che campeggia in migliaia di cartelloni pubblicitari.
“Io amo agli animali.. morti”, questo lo slogan sicuramente provocatorio ma che, secondo l’associazione cui fa capo l’ex attrice francese, pesca da una realtà fin troppo diffusa: “L’idea è quella di sfidare colore che dicono di amare gli animali, quelli che passeggiano col loro cane in città, indossando pellicce, a volte senza sapere che non sono sintetiche”.
Contestata pelliccia, messa al bando dai politicamente corretti ma che, probabilmente più di quel che si pensa, trova posto nell’armadio di chi, in casa, condivide il quotidiano col gatto o col cane.
La campagna degli animalisti francesi punta a sensibilizzare le persone, affinché prestino maggiore attenzione sui capi che acquistano, in un mercato dove i prodotti cinesi la fanno da padrone, peccato che : “In Cina la pelliccia sintetica costa più di quella vera – è la denuncia degli attivisti – Per produrre i capi invernali vengono uccisi martore, procioni e altri animali”.
In un anno 140 milioni di animali
A tanto ammonta il sacrificio reso da soprattutto procioni, conigli, visoni, volpi, martore, per una striscia di pelo cucita sul cappotto, indossato magari anche senza saperlo da signore che nella vita di tutti i giorni si battono per i diritti del proprio ‘amico pelosetto’.
Forte quindi la denuncia della Bardot, che a 83 anni non smette un solo attimo per contrastare la caccia, gli allevamenti degli animali da pelliccia e lo sfruttamento nei circhi: “Sono conosciuta in tutto il mondo per la mia battaglia animalista , non ho molto tempo da vivere e vorrei avere almeno una soddisfazione. Non ce la faccio più. Tutto è scoraggiante”.
di Redazione AltovicentinOnline