Anac striglia il Veneto sulla Pedemontana Veneta: “Sono stati impiegati troppi soldi pubblici”, giudicati inammissibili stando ai patti contrattuali con la Sis.

I rilievi dell’Authority, guidata da Cantone, allunga la lista dei guai che la superstrada si trascina: un operaio morto nella galleria di Malo, il crollo della galleria di Castelgomberto, il ricorso al Tar del gruppo Salini-Impregilo.

Ma non solo il volume economico del corridoio veneto, che unirà le province di Vicenza e Treviso, al centro della delibera che Anac ha inviato alla Procura della Corte dei Conti: sotto esame anche la data di fine lavori, slittata a fine settembre del 2020 senza una pari adeguata riduzione della gestione al concessionario.
La Corte dei Conti, nell’indagine che ha aperto sul procedere dei lavori, sospinta nella valutazione di Anac potrebbe chiedere un’ulteriore revisione della stima sui volumi di traffico.
Se agli albori del mega cantiere veneto le previsioni sfioravano il tetto di 30 mila veicoli al giorno, poi ridotti, per Anac questa voce dovrà nuovamente essere rivista perché potrebbe non rappresentare la realtà.

Giudizio positivo, ma non del tutto,  sulla terza convenzione, siglata tra Regione e Sis nel maggio di quest’anno: i pedaggi li incasserà Palazzo Balbi e non più il concessionario, che percepirà un ‘affitto’ dalla Regione dal 2019 al 2059.  Nel caso l’incasso superi di 153 milioni di euro il canone annuo pattuito, la differenza resta nelle casse della Regione, viceversa dovrà rinfondere il concessionario. Da questo nodo importante, l’Anac, prospetterebbe quindi una rivalutazione delle stime dei veicoli annui che transiteranno sulla Pedemontana.

Tasto dolente, secondo Anac, anche il mutuo da 300 milioni di euro che il Veneto ha sottoscritto con Cassa Depositi e Prestiti, giudicato “non ammissibile, che ha portato un aumento del contributo pubblico, oltre il 40 % del costo dell’investimento, non sembri violare specifiche norme del codice dei contratti, rischia di configurarsi quale vantaggio competitivo riservato al concessionario teso a falsare la concorrenza”.

La replica di Zaia
“Avevamo detto che sulla questione Pedemontana ci saremmo mossi con la massima trasparenza e coinvolgendo tutte le Istituzioni dello Stato: il parere dell’Autorità anticorruzione è il suggello più importante a questa impostazione che avevo voluto imprimere alla vicenda – commenta così Luca Zaia il parere dell’Anac relativo al Terzo Atto Convenzionale per la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta”.

“Innanzitutto ringrazio il dott. Cantone per averci consentito di concludere in modo positivo un percorso sicuramente complesso, cominciato quando, con la mia Amministrazione, ereditammo questa opera viaria strategica con tutti i suoi problemi e le sue incertezze – prosegue Zaia – si completa pertanto un percorso progettuale che ora trova l’approvazione anche di uffici, come l’Anac, non certo abituati a fare sconti a nessuno”.

“Anac conferma con estrema chiarezza la bontà dell’impostazione del Terzo atto convenzionale e quindi degli interventi contrattuali e convenzionali decisi nei mesi scorsi – riprende il Presidente del Veneto – Una relazione che, a dispetto di chi vuole cercare soltanto negatività, esprime una serie di positività evidenti che io voglio cogliere, sottolineare, rendendo atto alla professionalità del Presidente Cantone e dei suoi collaboratori”.

“Ci sarà ancora lavoro da fare, aggiustamenti da compiere, criticità da superare che con lucidità l’Anac ci segnala– conclude Zaia – ma ora possiamo dire di aver attraversato uno di passaggi fondamentali per dare certezze ai territori e alle maestranze di quell’opera che cambierà la logistica di uno dei distretti industriali più importanti d’Europa”.

P.V.

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