Le guardie zoofile del vicentino finisco nell’attenzione di Sergio Berlato: “Parrebbe che le guardie zoofile di alcune associazioni protezionistiche e zoofile, in particolare nel vicentino, stiano tentando, forse con l’appoggio compiacente di certi funzionari della Provincia, di abusare del proprio ruolo e funzione come se la questione delle competenze non fosse stata definitivamente chiarita”.
Con una interrogazione a risposta scritta presentata alla Giunta Regionale del Veneto il presidente della terza commissione permanente del consiglio regionale del Veneto Sergio Berlato chiede, anche alla luce della mozione n.187, da lui stesso presentata ed approvata dal Consiglio regionale del Veneto il 18 aprile scorso, se vi siano state iniziative concrete finalizzate a verificare la corretta applicazione del pronunciamento del Consiglio di Stato che ha sancito in modo inequivocabile la circoscrizione delle competenze delle guardie zoofile.
“La funzione espletata dalle guardie zoofile – ha precisato Berlato – si distingue fra guardie zoofile nominate con decreto prefettizio e guardie nominate ai sensi di leggi regionali, così come chiarito dal Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno. In particolare, le guardie zoofile a nomina prefettizia hanno una funzione limitata all’applicazione delle norme di tutela degli animali d’affezione, mentre per le guardie zoofile che ricevono il decreto ai sensi di leggi regionali sono autorizzate ad esercitare le funzioni di vigilanza anche in materia di caccia e pesca, cosi come previsto dall’art. 27 della Legge 157/1992”.
“Tale disposizione è ulteriormente chiarita dalla sentenza n. 4653/16 del Consiglio di Stato che ha stabilito in modo inequivocabile la differenza di competenze, ponendo vere e proprie limitazioni all’attività espletata dalle guardie particolari giurate delle associazioni protezionistiche e zoofile- continua Berlato – In molti casi la vigilanza sull’attività venatoria esercitata indebitamente ed illegittimamente dalle guardie zoofile ha comportato l’applicazione soggettiva e singolare delle normative, tanto da comportare contenziosi con le Amministrazioni provinciali concluse con l’archiviazione ed annullamento di numerosi verbali elevati immotivatamente nei confronti dei praticanti l’attività venatoria, anche a causa della scarsa preparazione di molte delle guardie zoofile stesse”.
di Redazione AltovicentinOnline