“Non si capisce perché Roma ladrona debba contribuire a pagare la campagna elettorale della Lega. L’ultima comunicazione del presidente Zaia ci lascia basiti: perché l’ordine pubblico in occasione del referendum dovrebbe essere a carico dello Stato? Il paragone con le battaglie dei Radicali è assolutamente fuorviante, visto che erano delle consultazioni nazionali. Piuttosto mi auguro sia solo una sorpresa di facciata e che avesse già messo in conto i due milioni richiesti dal ministero dell’Interno, altrimenti il sondaggio di domenica diventerebbe ancora più caro. E se non l’ha fatto ne dovrà rispondere. Troppo facile fare l’autonomista con i soldi degli altri”.
“Come al solito indossa il costume da vittima parlando di tentativo di impedire ai veneti di andare a votare. Ribadendo però con orgoglio che sarà invece un motivo in più per andare alle urne. Affermazioni legittime, meno legittimo è il luogo che le ospita: il sito ufficiale della Regione Veneto. Ancora una volta Zaia mostra l’assoluta assenza di rispetto delle regole e l’inadeguatezza a ricoprire il ruolo di governatore. Ho denunciato, troppo spesso in solitudine, le gravi scorrettezze di questa campagna elettorale: dall’uso dei banner per il referendum nei siti delle Ulss, alla direttiva rivolta ai dipendenti affinché inserissero il logo nelle loro mail sponsorizzando la consultazione, passando per i manifesti per il sì affissi nei Comuni fino alla lettera ai sindaci esortati, di fatto, a violare la legge spedendo nelle case dei cittadini l’invito a recarsi al voto. Esiste una cosa che si chiama par condicio, che il presidente di una Regione con 5 milioni di abitanti dovrebbe conoscere. In periodo elettorale la pubblica amministrazione dovrebbe limitarsi a una comunicazione impersonale e indispensabile per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. Fare sfacciatamente propaganda sul sito della Regione non rientra nella casistica, non è il balcone di casa. Anche per questo spero che i veneti domenica prossima diano una lezione all’aspirante doge, non andando a votare un referendum utile solo per Zaia e la Lega”.
Graziano Azzalin, consigliere regionale Pd