“I lavori per la Pedemontana Veneta tornano nel mirino della magistratura dopo il crollo avvenuto  l’11 settembre scorso: mi auguro che si indaghi a fondo su come è stata fatta la Via, ovvero la Valutazione di impatto ambientale, in quell’area, dove, non dimentichiamolo, c’è stato anche un incidente mortale”. L’appello è di Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Partito Democratico, dopo l’apertura da parte della Procura di Vicenza di un nuovo fascicolo per crollo colposo sul cedimento avvenuto nei pressi del cantiere Sis.

“Questo tratto in galleria della Superstrada Pedemontana Veneta è oggetto di un’altra inchiesta – ricorda Zanoni – si indaga infatti per omicidio colposo, per la morte di un operaio avvenuta nell’aprile 2016, con tanto di sequestro del cantiere. Si tratta di Sebastiano La Ganga, 54 anni, travolto da materiale franoso mentre a bordo di un escavatore stava lavorando alla galleria in fase di realizzazione a San Tomio di Malo”.

“La Via – spiega il vicepresidente della commissione Ambiente – serve proprio a prevedere, prevenire e dare prescrizioni per zone e territori particolarmente fragili e delicati sotto un punto di vista idrogeologico. Mi chiedo in che modo sia stata fatta e invito il procuratore Cappelleri ad acquisirne gli atti e ad indagare, perché potremmo finalmente scoprire eventuali omissioni, carenze e i relativi responsabili”.

“Sul caso di Castelgomberto – puntualizza l’esponente democratico – ho presentato due interrogazioni a stretto giro: una a risposta immediata, la 431 del 12 settembre e l’altra a risposta scritta, la 494 del 15 settembre. In una delle 13 domande contenute nelle mie interrogazioni, chiedevo alla Regione se avesse denunciato i fatti alla magistratura e in altre ho posto l’attenzione su eventuali negligenze in fase di Via, chiedendo di visionare gli atti. Su questo faranno luce gli inquirenti; certo è inquietante che un evento del genere possa verificarsi in terreni non oggetto di cantiere e non transennati, dove può accedere chiunque: solo per pura fortuna non c’è stata una disgrazia. Ed è inquietante che avessero cominciato a ricoprire il cratere, il sinkhole, forse per nascondere frettolosamente il tutto, ancor prima che intervenissero le autorità preposte per controllare l’eventuale coinvolgimento di persone o cose”.

“Fare luce sulle modalità con cui è stata realizzata la Via – conclude Zanoni – mi sembra il minimo indispensabile”.

 

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