di Jimmy Greselin
Uno dei ricordi più imbarazzanti che ho, riguarda la scoperta da parte dei miei genitori di una copia di Playboy nella mia sacca da studente.
Per la verità avendo 15 anni c’era di che vergognarsi essendo cresciuto in una famiglia in cui il sesso sarebbe rimasto un argomento sconveniente anche ora che ho superato di gran lunga i 50.
Ma negli anni 80 una biondina soubrette americana irrompeva su Rai 1 e una gran parte di miei coetanei, straordinarie macchine da ormoni, aveva letteralmente perso la testa per quella ballerina totalmente snodata.
Non ricordo come riuscii ad averla quella copia, ma il numero di Playboy che mostrava una tetta di Heather Parisi, forse valeva il rischio di farsi scoprire da mamma e papa’ come un normale tanghero adolescente.
Nella seconda decade del terzo millennio questo ricordo che avrei dovuto archiviare, ritorna ogni volta che guardo il cellulare.
Oggi nessuno rinuncia ai social, per certi versi straordinari mezzi di comunicazione, e quindi tutti su Facebook per comunicare al mondo cha abbiamo fatto colazione, pranzato, cenato, che i bisognini sono regolari, che il cane e il gatto stanno bene e che il sabato abbiamo visitato anche il nonno prima di andare a farsi dei selfies in discoteca.
Ma nel 2017 anche Facebook diventa troppo complicato, troppe parole, troppi commenti spesso quasi intelligenti. In realtà sembra quasi vecchio per quanto complicato.
Quindi per quelli ancora più pigri, INSTAGRAM!
L’unica vera vetrina virtuale che ti fa vivere in poltrona come sulla Walletjes di Amsterdam. Milioni di foto immediatamente a disposizione per tutti, in cui da Maggio a Settembre trionfano tette e tondi (quasi) dai 15 ai 50 anni. Nessun filtro, un’esplosione di silhouette di invidiabili ventenni, mescolate al festival dei difetti fisici di milf senza ritegno. Il tutto senza pudore alcuno, in fondo magari qualche complimento da parte dell’astinente di turno (che, basta che respiri) può anche scappare.
E ad ogni accesso, la mente torna agli anni 80 e alle urla di mio padre contro un figlio che cresceva.
Spero tanto che mio padre non veda mai INSTAGRAM (che poi i GRAM sono spesso coperti dai KIL), la sua già logorata visione del mondo subirebbe un colpo fatale.
E la domanda ricorrente è sempre la solita. Cosa manca nella vita di tante persone, fidanzate, mogli, mariti, con figli e nipoti per sentire il bisogno di sbattere il culo in faccia al mondo?
Quanto mendace è il rapporto di coppia in cui belli e brutti (soprattutto brutti) si sottopongono senza dignità al giudizio spesso commiserevole di migliaia di sconosciuti, postando immagini della lotta contro il tempo, nella speranza di un complimento in più.
Un desiderio che ci trasforma in un popolo di potenziali cornuti e contenti. Mai avremmo pensato di passeggiare per il centro e vedere alla finestra e nei terrazzi delle case tanti uomini e donne in mutande mettersi in posa e aprire le gambe, per il gusto dell’esibizione. Mai avremmo pensato di sapere la taglia di reggiseno e la dimensione di tanti sederoni rivolti maliziosamente al passante. Soprattutto mai avremmo pensato di non doverla neanche fare quella fatica di scendere in piazza a guardare in alto per vedere da lontano la ceretta della vicina di casa.
Il Palyboy de noantri, quello all’amatriciana (o meglio alla puttanesca) ci offre cotanta eleganza direttamente sul cellulare a casa. Comodamente seduti a godere della cellulite della fidanzata dell’ex.
Il Playboy ai 4 formaggi (o meglio al culatello) ci istruisce sui gusti dell’impiegata, della casalinga e del bancario. E quando i fotomodelli escono di casa, spesso si fiondano in barca (uno che ce l’ha si trova sempre, basta cercare con “predisposizione”) e addio reggiseno, che fa tanto bigotto. Champagnino, fragola ed ecco il sogno avverato di mostrare al mondo di non essere più “no-name”
E cio che ancor più conta è che tra quel qualcuno, oltre al marito o alla fidanzata ci siano uno o una potenziale amante, meglio se il proprietario della barca, perché le scorte per l’inverno non bastano mai.
E pazienza se nessun proprietario di yacht, frequentatori della Costa Smeralda, abituè del Florian, non hanno tempo per guardare spettacoli statici tanto deprimenti. L’importante in fondo è che i voyeurs ancora più brutti e depressi, non lo sappiano.
Jimmy Greselin