Ci sarebbe un bando irregolare dietro le dimissioni del direttore generale de La Casa di Schio, la prima azienda cittadina, finita di recente spesso sotto i riflettori non tanto per i preziosi servizi che rivolge ai suoi clienti e ai loro familiari e la professionalità dei dipendenti, quanto per questioni burocratiche che riguardano le nomine dei vertici. E proprio le nomine dei vertici finiranno ancora sotto i riflettori, chiamando tutti i membri del Cda a chiarire le loro competenze per ‘certificare’ di essere in regola nel loro ruolo.
Un vero e proprio valzer delle poltrone all’italiana stando a quanto emerge dall’analisi dei fatti, che mette in cattiva luce un’azienda che conta 420 dipendenti e meriterebbe ben altro, soprattutto in tempi in cui la trasparenza e la serietà dovrebbero essere la regola base e non un’aspirazione.
Le dimissioni del direttore generale Michele Testa sono arrivate per dare risposta alla Regione Veneto, che dopo aver ricevuto una segnalazione ha riconosciuto la mancanza di uno dei requisiti fondamentali ad un dg per ricoprire tale posizione. Tutto regolare secondo l’amministrazione comunale che a suo dire avrebbe potuto fare ricorso e vincere. Ma Testa si è dimesso, lasciando il posto da direttore, conquistato dopo varie ‘battaglie’, vacante. Era stata proprio la nomina del direttore generale infatti a spaccare il Cda nel 2016, quando l’allora presidente Federico Dalle Vedove, aveva fatto il nome di Giuseppe Zordan quale Dg, considerandolo persona qualificata e competente.
Nome che non era piaciuto agli altri membri del Cda, che hanno sfiduciato il presidente mettendo al vertice Giuseppe Sola.
Le dimissioni di Michele Testa hanno richiamato l’attenzione anche dell’opposizione di Schio, che aveva già chiesto chiarimenti sulla questione ‘La Casa’ all’epoca della sfiducia di Dalle Vedove e ora torna in campo a gamba tesa.
Giovanni Battistella, capogruppo del Pd, si dice preoccupato per la gestione politica della questione, mentre Carlo Cunegato, leader di TesSiamo Schio, ha commentato: “Avevamo già evidenziato la gestione maccheronica e senza serietà dell’azienda più grande di Schio da parte dell’amministrazione Orsi. Il sindaco aveva nominato un Cda e indicato un presidente che è stato sfiduciato poco dopo dal Cda stesso. Questo ci aveva preoccupato fin da subito, perché se il Cda sfiducia un presidente appena eletto, significa che non si è creato un gruppo di lavoro e non si è costruito un progetto. Dopo un anno il direttore rassegna le dimissioni per irregolarità del bando e La Casa è ancora senza guida. L’amministrazione Orsi ha dimostrato di non riuscire a gestire un ente complesso e importante. La nostra preoccupazione cresce ogni giorno di più”.
Per nulla stupito di quanto accaduto è Federico dalle Vedove, la cui sfiducia era stata commentata dal sindaco Orsi in consiglio comunale con la frase “Non tutti possono fare il presidente”.
“Mi stupisce che una situazione così seria e complessa venga liquidata dall’amministrazione comunale che la tratta come un semplice intoppo – ha sottolineato Dalle Vedove – E’ una questione molto seria, parliamo della prima azienda di Schio, che fornisce servizi fondamentali per la società. I membri del Cda sono stati nominati direttamente dal sindaco e ora, visto quanto successo con la nomina del direttore generale, riteniamo opportuno chiedere spiegazioni sui requisiti di tutti i componenti del Cda. C’è un regolamento preciso, con stilati i requisiti necessari per ricoprire il ruolo e ognuno deve essere in regola su tutti i punti. Quando ero presidente, avevo presentato un bando legittimo per la nomina del Dg. Il bando era stato approvato e firmato dal sindaco, poi è stato stravolto e ha portato alla nomina, irregolare, del nuovo direttore. Mi dispiace perché tutto questo caos è stato fatto appositamente per impedire l’accesso al bando ad una specifica persona. Se si fosse agito con buon senso e dovere civico, La Casa avrebbe un direttore eletto legittimamente e operativo già da subito. Avrebbe un dg competente, come deve essere in queste situazioni. Un ruolo importante come la direzione de La Casa – ha concluso Dalle Vedove – deve essere affidato ad una persona capace, non al primo che passa”.
Anna Bianchini