Ammontano tra i 120 e i 170 milioni di euro i danni all’agricoltura veneta causati dalla prolungata siccità del 2017. A effettuare la stima è la Direzione agroalimentare della Regione Veneto, sentiti i soggetti interessati nel territorio delle sette province venete, in vista del confronto odierno tra le Regioni e il ministro per l’ambiente Gianluigi Galletti. Mancanza di piogge e alte temperature stanno mettendo in crisi le diverse aree del Veneto, senza esclusione alcuna.
“Rappresenterò al ministro le gravi condizioni in cui versano l’agricoltura veneta e l’approvvigionamento delle reti idriche per uso potabile e irriguo”, anticipa l’assessore veneto all’Agricoltura, oggi a Roma a rappresentare la voce del Veneto nella Conferenza Stato-Regioni (convocata alle ore 12). “Chiedo che la gestione della risorsa idrica privilegi le vere priorità, cioè gli usi civili e quelli irrigui, e non la produzione idroelettrica, che risponde a logiche di massimizzazione dei profitti. Un principio che deve valere per tutti, anche nel contemperare esigenze diverse tra regioni. Ma sosterrò anche che nella gestione del cosiddetto ‘oro blu’ si superi la logica degli interventi di emergenza (peraltro già costati al Veneto 7 milioni di euro tra approvvigionamenti idropotabili e interventi per uso agricolo) e si investa nel medio lungo periodo, secondo un piano strutturale di spesa. In Veneto servirebbe un piano da 180 milioni per gli usi civici, che comprende la prosecuzione del sistema acquedottistico regionale Mosav e le barriere contro il cuneo salino nel Polesine e nel Veneziano, e investimenti nelle opere strutturali della bonifica per altri 113 milioni di euro”.
Nel dettaglio, questo lo stato dei danni provocati da oltre otto mesi di mancate precipitazioni, nella ‘fotografia’ scattata dalla Direzione agroalimentare del Veneto:
ROVIGO. Le coltivazioni estensive di mais e soia vedono dimezzarsi i raccolti. Il mais, là dove è stato precocemente raccolto, è stato svenduto a 2 euro al quintale, e destinato alla produzione di bioenergia, nei digestori, in quanto inutilizzabile per alimentare il bestiame. Si acuisce, inoltre, il problema della risalita del cuneo salino, in particolare nell’area deltizia.
PADOVA. Gravi i danni subiti dalle colture di mais, soia e barbabietole, soprattutto nella parte meridionale della Provincia, dove i raccolti sono compromessi sino al 70%. I bacini d’acqua sono ormai quasi esauriti e difficoltà si registrano anche per i vigneti, in particolare sui Colli Euganei, dove l’irrigazione è più difficile. Né le piogge di questi giorni hanno portato ristoro, visti gli apporti minimi o nulli, in particolare nella parte meridionale della provincia. La portata dell’Adige a Boara Pisani è pari al 53% della media.
VERONA. Colture estensive e orticole sono in ginocchio: i frutteti del Veronese stanno producendo frutta di pezzatura ridotta, poco adeguata alle richieste dei consumatori. In significativa flessione anche la produzione di foraggio nei pascoli di montagna (meno 40%): le mandrie stanno ritardando la monticazione.
VICENZA. La crisi idrica sta compromettendo i raccolti non solo di ortaggi, cerali e foraggi per l’alimentazione degli animali, ma anche di colture specializzate come il tabacco.
VENEZIA. i danni quantificati nelle campagne del litorale si aggirano tra il 25 e il 30% di minor raccolto. I danni maggiori sono provocati dal cuneo salino. A rischio anche il trapianto del radicchio di Chioggia Igp.
TREVISO. Il bacino del Piave gode di riserve sino al 90% della portata idrica e quindi in quest’area le perdite sono per ora limitate. Ma la ‘grande sete’ mette in difficoltà in particolare i produttori di mais, soia e barbabietola.